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Caro Ing. Adis Zatta,

ex assessore del Feltre,

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Zermen, 2 luglio 2022

come da intese durante la Sua visita a Zermen,  va mantenuta, come faccio ora,  la promessa di sentirci o parlarci personalmente dopo le amministrative dello scorso mese. Nel confermarLe, al di là di come sono andate le cose,  che ho una simpatia per la Sua persona in quanto genuina, semplice e, sicuramente, meritevole di molto rispetto, mi par di doverLe dire che oggi la politica è altra cosa. Proprio per questo, non avevo dubbi sulla performance della destra, ma non certo – come dice Lei – perché tanta gente era andata al mare e c’era un candidato femminile, ma perché i cittadini non hanno mai avuto la sensazione di avere alle spalle un “qualcuno” che si occupasse di loro.  E i fatti lo hanno dimostrato, anche a danno della crescita, non solo culturale, malgrado l’esistenza dell’ex assessore, v.sindaco, Alessandro Del Bianco, persona preparata ma per nulla carismatica, non solo a mio avviso.

Al cittadino non interessa la politica delle grandi cose, posto che ci sia stato qualcosa a questo proposito salvo per quanto attiene a quel minimo che qualsiasi amministrazione sarebbe stata chiamata a fare comunque, come avete fatto anche voi della precedente amministrazione, ma essa desidera piccoli  ed immediati interventi che poi, potenzialmente, si traducono anche nelle grandi opere: il cittadino, ha bisogno di sentire il fiato dell’amministrazione che gli soffia sul collo per poi collaborare e non deve limitarsi a dire, come ho sentito spesso “tanto i i fa quel che i ol sensa badar a noi”.

Feltre, spero che Lei me ne dia atto, non cresce da alcuni decenni, anzi decresce a dismisura in quanto la cultura non si sviluppa certo al suono dei soli fastidiosi tamburi che assordano i timpani tutte le sere, improvvisando qualche rappresentazione spesso scadente al Teatro La Sena, allestendo manifestazioni sportive condotte allo spasmo che allontanano la gente verso altri siti anche alla faccia di qualche emergenza, facendo un baccano infernale in piazza attraverso  altoparlanti con volumi oltre ogni decibel in dispregio anche della legge.

Feltre non è città da “baccanali” per far arrivare gente, ma dovrebbe risentire, per quel po’ che ancora resta, il richiamo storico della Serenissima Venezia cose tutte, quelle testé indicate, che tolgono dignità non solo alla città, ma anche a tutti noi cittadini ivi compreso gli amministratori. E chi ha vinto le elezioni ha puntato molto anche su questo.

Come ho scritto sulla stampa io sono uomo di sinistra, l’ex sindaco Paolo Perenzin lo sa benissimo, ma in questa tornata elettorale, ho votato la destra non considerando le varie Leghe, le varie Melloni, le varie Forza Italia, rifugiandomi su qualche lista civica per darmi un minimo di giustificazione a livello interiore, fermo restando che aborrisco dalle destre, anche feltrine.  Insomma, l’ho fatto per un cambiamento, come hanno fatto altre persone di spessore culturale, sia laiche che del clero.

Avrei tante cose da dire, anche su certe opere malfatte o lasciate ferme, ma mi sforzo di capire che amministrare non è sempre cosa facile per cui, Caro Ingegnere, non mi rimane che sperare che Lei abbia apprezzato la mia schiettezza, del resto già da Lei constatata anche sui giornali, non sottacendoLe (e Lei lo sa benissimo) che le amministrazioni feltrine cadono sempre e prevalentemente sul discorso…viabilità.  Ogni allusione sulla discesa di Via Tevere fa parte di una delle componenti … e non la consideri un mio revanscismo  come il “togliersi un sassolino dalla scarpa”.

Lei è giovane, io vado per gli 88, per cui sono sicuro che si rifarà alla meglio, con gli auguri  anche di questo Suo  modesto amministrato.

Cordialità vivissime,                                                                                                       Arnaldo De Porti

 

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