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La presenza del ministro Franceschini al Question Time di giovedì 7 luglio ha offerto l’occasione a tutti i gruppi politici, data la rarità delle sue apparizioni in Senato, di interrogarlo su temi scottanti. Personalmente, ho sollevato il caso della illegittima richiesta di 600 euro di diritti d’uso per le 12 immagini a tema pompeiano inserite in un volumetto pubblicato da “Scienze e Lettere” lo scorso febbraio, al costo 12 euro, con tiratura inferiore a 2000 copie e rinuncia degli Autori, gli archeologi Helga Di Giuseppe e marco Di Branco, ad eventuali diritti. Il Direttore di Pompei, dal quale arriva la richiesta, e il Ministro con lui, hanno cavillato tentando di aggirare la gratuità delle che l’art. 108 del Codice dei Beni Culturali garantisce per motivi di ricerca, studio, libera manifestazione del pensiero e promozione della conoscenza del patrimonio culturale. Il tono assai poco celebrativo del libello “Pompei. La catastrofe (2014-2020 d.C.)” deve avere scontentato i vertici del MiC e suggerito a Zuchtriegel quella specie di ritorsione, ridicola e umiliante in primis per l’Amministrazione, corroborata, pare, dal parere chiesto non all’Avvocatura dello Stato, per avere lumi sulla corretta interpretazione delle norme valide sul territorio nazionale, ma al direttore dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma. Non proprio un amministrativista né tanto meno un soggetto terzo, dati i noti rapporti con i dirigenti coinvolti. Il Movimento 5S ha invece interpellato Franceschini sulla carenza di organico degli uffici ministeriali: paradossale la risposta che, dopo avere imputato l’enorme lacuna “all’avanzata età media dei dipendenti del Ministero” e alle “conseguenze di quota 100”, vanta di avere inquadrato oltre 1500 unità dal 2017 al 2022, a fronte di una scopertura che fa apparire ridicola quella cifra, sia nel complesso sia, soprattutto, spalmata su ben sei anni, peraltro quasi tutti a guida Franceschini. E il Ministro ha poi snocciolato altre cifre di futuri dipendenti, tutte irrisorie, senza però dare indicazioni temporali. Circa il concorso dei 1052 AFAV, in particolare, ha asserito candidamente che è in fase di conclusione, come non vedesse lo scandalo di una procedura che va avanti dall’autunno 2019, tenendo di fatto in ostaggio migliaia di persone. Con il consueto ‘s-garbo’ istituzionale nei confronti del personale MiC, poi, Franceschini ha espresso in chiusura la sua notoria preferenza per “energie giovani e professionalità VERE”, per un “personale GIOVANE e DIGITALIZZATO…con le energie di chi entra nella pubblica amministrazione, ANZICHE’ QUELLE DI CHI STA PER USCIRE”. La Lega, in fine, ha chiesto conto al Ministro del bilancio, conti alla mano fallimentare, del primo anno di ITsArt, per sentirsi rimproverare la frettolosità della pretesa di buoni risultati e vantare, benché il MiC si sia imbarcato in quella malaugurata impresa con 10 milioni di euro di soldi pubblici, che volutamente “il Ministero non ha partecipato alla scelta industriale…alla scelta del partner…alle strategie industriali”. Come sempre, lui non c’era, e se c’era, dormiva. E se ne vanta. È stato così convincente che, nella replica, l’esponente della Lega ha giustamente ribadito la richiesta di chiusura di ItsArt!

 

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Margherita Corrado (Senato – Gruppo Cal – Commissioni Cultura e Antimafia).

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