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M.Cappato: “Esclusione prevista, visto il ruolo notarile che ha scelto di svolgere la Cassazione, ma la Costituzione e un regolamento europeo ci danno ragione. Ricorreremo al Giudice ordinario. Un decreto eviterebbe una nuova brutta figura internazionale”

Online anche un appello che in poche ore ha già raggiunto 5mila adesioni

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Come previsto, in mancanza di un decreto del Governo, gli uffici elettorali della Cassazione hanno rifiutato di prendere in considerazione questioni relative a diritti costituzionali e al diritto internazionale, ed hanno confermato questa mattina la ricusazione della lista Referendum e Democrazia. Nello specifico le firme raccolte digitalmente erano state presentate presso le Corti d’Appello delle circoscrizioni di Camera Europa e Lombardia 1, Senato Europa e Emilia Romagna 1 e 2, Lazio 1 e 2, Lombardia 1,2 e 3, Piemonte 1 e 2, Toscana e Veneto 1 e 2.

Marco Cappato, leader della lista non si ferma: “La conferma di stamane era attesa vista la decisione degli uffici elettorali e della Cassazione di limitarsi alla presa d’atto notarile del mancato rispetto letterale di procedure stabilite negli anni 50. Siamo attrezzati per proseguire la nostra campagna a favore del diritto dei cittadini italiani a partecipare alla democrazia del proprio Paese. Anche le persone con disabilità grave, chi al momento della firma si trovava lontano dal proprio comune di residenza. Tutti devono partecipare senza discriminazione. Alcuni problemi, come quello degli studenti fuori sede, valgono anche per il momento del voto. Senza un decreto del premier Draghi, con ogni probabilità, la lista Referendum e Democrazia sarà esclusa dalle prossime elezioni per aver raccolto le firme necessarie per via digitale, attraverso SPID, strumento utilizzato in ambito fiscale e per i referendum. In questo modo il Governo espone le nostre istituzioni a una brutta figura internazionale, faremo ricorsi in tutte le sedi possibili facendo leva anche sul Regolamento dell’Unione europea, eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) UE n. 910 del 2014, un Regolamento UE che dunque ha una forza superiore a quella di una fonte di legge interna. Il Regolamento equipara le firme digitali a quelle cartacee e si basa sul principio di non-discriminazione in base al quale nessun cittadino può essere, nel territorio dell’Unione Europea, discriminato per il solo fatto che utilizzi la firma digitale. Spero il Governo intervenga prima di rischiare di subire una nuova condanna dopo quella imposta dalle Nazioni Unite a seguito del ricorso Staderini-De Lucia vs Italy, che obbligava l’Italia a rivedere la legge in materia di referendum, superando gli ostacoli irragionevoli alla raccolta firme.

“In campagna elettorale – continua Cappato – molti parlano di questa fantomatica ‘transizione digitale’, quando invece si pongono limiti incomprensibili a strumenti già esistenti. Ad esempio è già passato un anno da quando il Ministro Colao ha promesso una piattaforma statale per la partecipazione pubblica -come quella costruita dall’associazione Luca Coscioni a proprie spese in occasione del referendum- ma di questa piattaforma ancora non si vede traccia. L’Italia ha speso milioni di pnrr per proposte di ogni natura, senza investire un euro per la democrazia. Bisogna invertire la rotta o sarà il nostro sistema istituzionale a pagarne le conseguenze. 

Intanto su questo tema sui siti dell’Associazione Luca Coscioni e di Eumans è stato lanciato un appello per rendere le prossime elezioni più democratiche e accessibili, iniziativa che in poche ore ha già raccolto quasi 5000 adesioni. Qui: https://www.associazionelucacoscioni.it/landing/subito-firma-digitale-liste-parlamento

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