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Consulta. Sentenza immorale, eticamente censurabile
A proposito della sentenza della Corte Costituzionale, ripropongo all’attenzione dei lettori ciò che scrivevo il 20 gennaio 2022, riguardo all’assurdità dell’obbligo vaccinale.
“Mi è tornata alla mente una storiella che inventai per i miei alunni, quando insegnavo in una scuola media di Carrara. Una terribile epidemia minacciava di eliminare dalla terra l’intero genere umano. Un grande scienziato arrivò alla conclusione certa che una forte dose del virus iniettata in un bambino perfettamente sano, avrebbe prodotto un potente vaccino per la salvezza di tutti. Il problema era la morte inevitabile del bambino. Ma quale bambino poi? Il bambino di chi? Si sarebbe tirato a sorte?  Spiegai loro che la legge morale non permette che si uccida un solo innocente per la salvezza anche dell’intera umanità”.
Oggi la sentenza del giudice Susanna Zanda, della sezione civile del tribunale ordinario di Firenze, dimostra che l’obbligo del vaccino, non solo è immorale, ma anche illegale. E’ scritto, nella sentenza: «La sospensione dell’esercizio della professione rischia di compromettere beni primari dell’individuo quale il diritto al proprio sostentamento e il diritto al lavoro di cui all’art. 4 inteso come espressione della libertà della persona e della sua dignità, garantita appunto dalla libertà dal bisogno». E più avanti:  «L’esperienza del nazi-fascismo non consente di sacrificare il singolo individuo per un interesse collettivo vero o supposto e tantomeno consente di sottoporlo a sperimentazioni mediche invasive della persona, senza il suo consenso libero e informato».
Sembra che la Corte Costituzionale non abbia tenuto conto nè della legge né della morale che non può cambiare, non può venir meno, qualora ci si trovi in situazioni d’emergenza. Ma era poi reale l’emergenza?
Renato Pierri

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