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Comune di Milano e GAM | Galleria d’Arte Moderna

presentano

neoclassico e romantico

pompeo marchesi, Scultore collezionista

 

GAM | Galleria d’Arte Moderna di Milano

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1marzo – 18 giugno 2023

 

 

 

 

Con la mostra “Neoclassico e Romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista”, GAM |Galleria d’Arte Moderna prosegue il percorso di valorizzazione dei nuclei più significativi del suo patrimonio artistico.

 

L’esposizione, allestita nelle sale al piano terra della Villa Reale dall’ 1 marzo al 18 giugno 2023, è promossa dal Comune di Milano | Cultura ed è curata da Omar Cucciniello, conservatore della Galleria d’Arte Moderna di Milano.

 

Milano rende omaggio a Pompeo Marchesi (1783-1858), grande scultore dell’Ottocento, allievo di Canova, coetaneo e amico di Francesco Hayez e trait d’union nel passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo, nel vivace ambiente della Milano tra Impero napoleonico e Restaurazione. La mostra, a 240 anni dalla sua nascita, segue le celebrazioni per il bicentenario della morte di Antonio Canova e prende spunto dal prezioso modello in gesso di Ebe di quest’ultimo, alla Galleria d’Arte Moderna, per ricostruire la raccolta dello scultore, artista di fondamentale importanza per la storia del museo e delle collezioni artistiche del Comune di Milano.  Tra i rarissimi modelli di Canova a non essere confluiti nella Gypsotheca di Possagno, Ebe giunse infatti nelle collezioni civiche proprio in seguito al lascito testamentario di Marchesi.

 

Il percorso espositivo ricostruisce la vita e l’opera dello scultore, formatosi all’Accademia di Brera sotto gli auspici di Giuseppe Bossi e poi a Roma, sotto la direzione di Canova. La figura di Marchesi è strettamente legata alla città di Milano, dove negli anni della Restaurazione l’artista ottenne un grandissimo successo partecipando ai più importanti cantieri cittadini, dall’Arco della Pace al Duomo, e alla vita artistica, in qualità di professore dell’Accademia di Brera. Conosciuto come il “Fidia meneghino”, fu definito da Stendhal “le sculpteur à la mode de Milan” nel romanzo La Certosa di Parma, ebbe commissioni importanti da tutta Europa, da Vienna a Parigi a San Pietroburgo, testimonianza di una stagione di splendore della scultura lombarda, conosciuta e ricercata in tutto il mondo. Classicista e perfetta nella forma, la sua scultura è in equilibrio tra la ricerca di una bellezza ideale ed eterna, mutuata da Canova, e lo schiudersi di una più moderna sensibilità romantica, mentre i bozzetti mostrano un’inedita forza, modernissima e quasi anticlassica, che sembra tradurre il consiglio di Winckelmann di “ideare col fuoco ma eseguire con calma”.

Il suo grandioso atelier, ricostruito dopo un incendio grazie a una sottoscrizione della cittadinanza e inaugurato dall’imperatore d’Austria Ferdinando I, era uno dei luoghi più alla moda della città, ricordato da Stendhal e Balzac, frequentato da teste coronate, artisti, scrittori, nobili e intellettuali, affrescato da Hayez e organizzato come un museo. Qui Marchesi radunò tutti i modelli in gesso e i bozzetti delle sue sculture, ma anche la ricca collezione di opere d’arte raccolte durante gli anni. Proprio da questo monumentale luogo nasce il suo lascito: alla sua morte lo scultore destinò infatti tutti materiali dello studio non ai musei d’arte esistenti (la Pinacoteca di Brera e la Biblioteca Ambrosiana) ma alla città di Milano, che all’epoca non disponeva di collezioni d’arte. Primo di una lunga serie di doni di artisti e collezionisti che si susseguiranno nei decenni successivi, il lascito di Marchesi si pone quindi alle origini delle collezioni artistiche civiche.

 

Il dono comprendeva le numerosissime opere dello scultore (modelli, bozzetti, disegni), ma anche tutto ciò che aveva collezionato in vita: sculture antiche, disegni, incisioni, dipinti, cartoni e libri, con particolare riferimento agli artisti a lui contemporanei, Andrea Appiani, Giuseppe Bossi, Francesco Hayez, Bertel Thorvaldsen e soprattutto Antonio Canova, di cui possedeva appunto il modello di Ebe, forse l’opera più preziosa della collezione. Esposte in origine unitariamente nella prima sede del Museo Artistico Municipale ai Giardini Pubblici, le opere della collezione Marchesi vennero poi suddivise tra i diversi istituti via via fondati, dal Museo Archeologico al Gabinetto dei Disegni del Castello alle biblioteche, che ancora oggi le conservano. Il numero maggiore di opere è custodito dalla Galleria d’Arte Moderna, inaugurata nel 1903 ma il cui nucleo fondativo può ben essere rintracciato nella collezione di Marchesi.

 

La mostra intende quindi ricostruire la complessità della raccolta e la sua importanza per la nascita delle collezioni artistiche cittadine, in cui risulta profondamente innervata, avvalendosi del contributo degli istituti civici: il Gabinetto dei Disegni, la Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, la Biblioteca d’Arte, il Civico Archivio Fotografico, il Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco. Alle sculture di Marchesi della Galleria d’Arte Moderna viene così accostata per la prima volta una selezione di dipinti, disegni, incisioni e libri di diversi artisti a lui vicini. In questo modo è stato possibile valorizzare ulteriormente la ricchezza e la complessità delle collezioni civiche milanesi la cui preziosa e attiva collaborazione ha permesso nuove scoperte e attribuzioni.

 

L’esposizione è inoltre l’occasione per mostrare i risultati di un’ampia campagna di restauri su sculture, bozzetti e terrecotte di Marchesi – con particolare riferimento alle principali imprese cittadine. Le opere restaurate, tra cui Il Genio della caccia, la Maddalena, le terrecotte per l’Arco della Pace e i gessi per il monumento di Francesco I a Vienna, sono così accostate a disegni preparatori, schizzi e incisioni dell’artista e a opere inedite e mai esposte provenienti dai depositi della Galleria d’Arte Moderna. Emerge non solo il profilo di uno degli scultori canoviani più importanti, ma anche la sua complessità di collezionista.

 

La mostra “Neoclassico e Romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista” si rivela l’occasione per riflettere sull’origine della Galleria d’Arte Moderna e per riannodare i fili della nascita delle collezioni municipali, ricostruendone la storia, le vicissitudini, gli spostamenti nelle diverse sedi e la creazione degli attuali musei civici di Milano.

 

L’esposizione sarà accompagnata da un calendario di attività, conferenze e visite guidate.

 

Il catalogo è edito da Officina Libraria.

Le sezioni della mostra

  1. Le sculpteur à la mode de Milan

 

Francesco Hayez, Ritratto di Pompeo Marchesi, olio su tavola. Milano, Galleria d’Arte Moderna. Copyright Comune di Milano – tutti i diritti riservati.

 

La figura di Marchesi è strettamente legata alla città di Milano. Si formò all’Accademia di Brera sotto gli auspici di Giuseppe Bossi e poi a Roma, sotto la direzione di Antonio Canova, il capofila del Neoclassicismo, che influenzò profondamente la sua scultura. Rientrato a Milano nel 1810, fece in tempo ad assistere al tramonto dell’Impero napoleonico. Ma è negli anni della Restaurazione che ottenne un enorme successo, partecipando ai più importanti cantieri cittadini, dall’Arco della Pace al Duomo, e alla vita artistica, come professore dell’Accademia di Brera, a partire dal 1826. Definito da Stendhal “le sculpteur à la mode de Milan” nel romanzo La Certosa di Parma (1839), ebbe commissioni importanti da tutta Europa, da Vienna a Parigi a San Pietroburgo, testimonianza di una stagione di splendore della scultura lombarda, conosciuta e ricercata in tutto il mondo: “il suo nome correva sulla bocca di tutti, ognuno si interessava ai lavori suoi prima ancora che fossero compiuti”, come scrissero i contemporanei. Il suo grandioso atelier, forse il più magnifico che Milano ricordasse dai tempi di Leone Leoni, era un simbolo della cultura e della mondanità milanese: fu inaugurato dall’imperatore d’Austria Ferdinando I ed era uno dei luoghi più alla moda della città. Affrescato da Hayez e organizzato come un museo, era frequentato da teste coronate, artisti, scrittori, nobili e intellettuali, tra cui Stendhal, Balzac, Carlo Porta, Vincenzo Monti, Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi. Qui si svolgeva la vita di studio, con la produzione di grandi opere in marmo e l’insegnamento agli allievi, ma qui Marchesi radunò anche tutti i modelli in gesso e i bozzetti delle sue sculture, come pure la ricca collezione di opere d’arte raccolte durante gli anni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  1. Nel segno di Canova

 

Antonio Canova, Ebe, gesso, Milano, Galleria d’Arte Moderna. Copyright Comune di Milano – tutti i diritti riservati / Aleph, Como.

 

 

L’ingresso allo studio di Pompeo Marchesi era sorvegliato dalle erme colossali di Appiani e Canova (oggi esposte sullo scalone del museo), i due principali rappresentanti del rinnovamento neoclassico in scultura e in pittura, considerati da Marchesi numi tutelari della sua ispirazione, delle cui opere volle circondarsi. Tra le opere canoviane della collezione di Marchesi, il bellissimo modello in gesso della statua di Ebe è sicuramente il più importante, ricordato dallo stesso scultore come il pezzo della collezione a cui era più affezionato, e modello del classicismo che ispirò buona parte della sua scultura. La grazia delicata della coppiera degli dei trovava un corrispettivo nell’opera di Andrea Appiani, di cui Marchesi possedeva splendidi studi per gli affreschi di San Celso, disegni per il grandioso ciclo dei Fasti napoleonici, ma anche raffinate miniature. I primi contatti di Marchesi con Canova, durante gli anni del pensionato artistico a Roma, furono mediati da Giuseppe Bossi, all’epoca segretario dell’Accademia e grande amico dello scultore: di quest’ultimo Marchesi collezionò una serie di disegni e cartoni, che testimoniano della varietà e complessità dell’opera dell’artista bustocco, dagli studi di anatomia alle ambiziose composizioni fino agli studi su Leonardo da Vinci. Inoltre, la sterminata collezione di Bossi costituì senz’altro un’ispirazione per quella di Marchesi. Infine, Marchesi indicava tra i suoi modelli anche Bertel Thorvaldsen, conosciuto a Roma, emulo e avversario di Canova, di cui possedeva alcuni bassorilievi, testimonianza della considerazione in cui lo scultore danese era tenuto come “patriarca del bassorilievo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

  1. Il Fidia meneghino

 

Pompeo Marchesi, Genio della caccia, gesso. Milano, Galleria d’Arte Moderna. Copyright Comune di Milano – tutti i diritti riservati. Ph. Riccardo Bianchi-Framstudio

 

La sala propone una selezione dell’opera di Pompeo Marchesi attraverso bozzetti, gessi e modelli, restaurati in occasione della mostra, molti esposti per la prima volta: alcuni recano i segni dell’incendio dello studio del 1834. La tecnica esecutiva utilizzata da Marchesi è quella messa a punto da Canova alla fine del Settecento e poi adottata da tutti gli scultori fino al Novecento. La prima idea trovava forma in un bozzetto di piccole dimensioni, modellato in argilla e poi cotto oppure tradotto in gesso, a cui seguiva – a volte con passaggi intermedi – la realizzazione di un modello in gesso accuratamente rifinito in scala 1:1, sul quale venivano apposte crocette o chiodini, ancora visibili, per riportare le dimensioni sul blocco di marmo da scolpire. Classicista e perfetta nella forma, quella di Marchesi è una scultura in equilibrio tra la ricerca di una bellezza ideale ed eterna, mutuata da Canova, e lo schiudersi di una più moderna sensibilità romantica, che caratterizza la scena artistica milanese, dominata da Francesco Hayez: grande amico di Marchesi, finirà per influenzarne l’opera, contribuendo ad aggiornare la scultura della sua epoca. Da un lato Marchesi introduce l’abito contemporaneo nella scultura ufficiale, ancora ferma su posizioni classiciste, tra nudo eroico e panneggio all’antica, affermando invece il diritto di ogni epoca ad autorappresentarsi. Dall’altro, instilla nelle figure una delicata dimensione emotiva e sentimentale, manifestamente romantica, evidente in opere come la Maddalena o nei monumenti funerari. In questi ultimi si assiste al passaggio dall’iniziale adesione ai moduli canoviani della stele classica e del compianto, alla semplificazione arcaica dei bassorilievi di Thorvaldsen. Il confronto tra studi, bozzetti e modelli finiti permette di ricostruire intere serie iconografiche e di seguire lo sviluppo dell’opera dalla prima idea alla sua realizzazione finale, attraverso ripensamenti e modifiche. Il contrasto tra l’inaspettata forza dei bozzetti, quasi anticlassici, e la levigata perfezione dei gessi sembra tradurre l’indicazione di Wickelmann di “ideare col fuoco, ma eseguire con serenità”.

 

 

 

 

 

 

 

 

  1. La collezione di disegni

 

Francesco Hayez, Betsabea, penna e inchiostro, pennello e inchiostro diluito bruno e grigio, biacca su carta, penna e inchiostro, pennello e inchiostro diluito bruno e grigio, biacca su carta. Milano, Castello Sforzesco, Gabinetto dei Disegni.

 

 

Una caratteristica inattesa nella collezione di Pompeo Marchesi è l’ampia presenza di disegni, opere che lo scultore ricercò con grande passione per tutta la vita, conservata al Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco. Oltre ai nuclei di disegni di quelli che considerava i suoi maestri –   esposti nelle sale precedenti – Marchesi collezionò un gran numero di opere di suoi contemporanei, dando alla raccolta un carattere estremamente moderno per l’epoca, specie per un artista considerato classicista. Accanto a Bossi e Appiani, troviamo quindi Luigi Ademollo, Giovanni De Min, Federico Moja, Pelagio Palagi, Francesco Sabatelli, un nucleo cospicuo di disegni di Vitale Sala, allievo di Palagi morto giovanissimo, a cui si devono aggiungere artisti stranieri, come Kupelwieser o de Sequeira, e alcuni disegni di scenografie e architetture, di Gaetano Vaccani, Paolo Landriani, Giovanni Perego. All’amico Francesco Hayez appartiene forse il disegno più bello della collezione, la sensuale Betsabea al bagno. Molte sono le opere di artisti che Marchesi conosceva e frequentava. La loro acquisizione dovette essere frutto di doni, scambi, viaggi o acquisti diretti. La collezione di disegni mostra una predilezione per i disegni rifiniti e i soggetti mitologici e romantici. I disegni sono stati raccolti e selezionati nell’ambiente vissuto da Marchesi, tra la Lombardia e l’Austria, per le loro qualità estetiche, con finalità principalmente collezionistiche: non sono fogli e opere a uso della bottega, come era costume nel Rinascimento, ma frutto del gusto di Marchesi, e infatti perfettamente coerenti con la sua estetica. Ciò non esclude che potessero comunque essere anche additati agli allievi come modelli o che fossero fonte di ispirazione dello scultore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  1. L’eredità di Marchesi: un dono per la città

 

Camillo Pacetti, Marte, terracotta a rilievo, Milano, Galleria d’Arte Moderna. Copyright Comune di Milano – tutti i diritti riservati. Ph. Marilena Anzani.

 

Alla sua morte nel 1858, con un gesto sorprendente, Marchesi destinò tutti i materiali dello studio non ai musei d’arte esistenti (l’Accademia di Brera e la Biblioteca Ambrosiana) ma alla città di Milano, che all’epoca non disponeva di collezioni d’arte. Con l’intermediazione dell’avvocato Salvatore Fogliani, suo erede ed esecutore testamentario, il Comune di Milano accettò il dono nel 1862, all’indomani dell’unità d’Italia, in una Milano non più austriaca. Primo di una lunga serie di doni di artisti e collezionisti che si susseguiranno nei decenni successivi, il lascito si pone quindi alle origini delle collezioni artistiche civiche. Il dono comprendeva le numerosissime opere dello scultore (modelli, bozzetti, disegni), ma anche tutto ciò che aveva collezionato in vita: sculture antiche, disegni, incisioni, dipinti, cartoni e libri, con particolare riferimento agli artisti a lui contemporanei. Nonostante le perdite dovute agli avvenimenti storici – la collezione di cartoni andò distrutta durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale – nella sua varietà e ricchezza è una preziosa testimonianza del gusto di un’intera epoca. Esposte in origine unitariamente nella prima sede del Museo Artistico Municipale ai Giardini Pubblici, inaugurato nel 1878, le opere della collezione Marchesi vennero poi trasportate al Castello Sforzesco restaurato da Beltrami a inizio Novecento per diventare la sede dei musei civici, e quindi suddivise tra i diversi istituti via via fondati: dal Museo Archeologico al Gabinetto dei Disegni, dal Museo d’Arte Antica alla Biblioteca d’Arte alla Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, che ancora oggi le conservano. Il numero maggiore di opere è custodito dalla Galleria d’Arte Moderna: il museo fu inaugurato nel 1903, ma il suo nucleo fondativo va rintracciato proprio nella collezione di Marchesi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pompeo Marchesi.

Profilo Biografico

 

1783

7 agosto: nasce a Saltrio.

 

1804

Classificatosi secondo, vince il pensionato a Roma come allievo dell’Accademia di Brera.

 

1805

A Roma realizza il Pugilatore come saggio del primo anno e la copia dell’Antinoo Albani, perduti, che invia all’Accademia.

 

1806

Invia all’Accademia Paride, in gesso, in sostituzione del Pugilatore.

 

1807

Invia all’Accademia il bassorilievo in gesso Socrate che esorta Alcibiade a uscire da una casa di cortigiane, come saggio del secondo anno (Milano, Accademia di Brera).

 

1808

Invia all’Accademia il busto in marmo di Leonardo da Vinci (Milano, Accademia di Brera), come saggio del terzo anno.

 

1810

Rientra a Milano

Inizia a lavorare per la fabbrica del Duomo di Milano, per cui realizza col padre dieci statuette.

 

1811

Vince il concorso di prima classe dell’Accademia per il Torso di Belvedere ristaurato ed aggruppato con altra figura ad arbitrio, in terracotta (Milano, Accademia di Brera).

Ottiene uno studio da parte della Fabbrica del Duomo. Realizza sette statue per il Duomo di Milano.

 

1812

Realizza otto statue per il Duomo di Milano, tra San Filippo e San Tommaso (iniziata da Ribossi) sulla facciata, Sant’Antonio, Fede, Speranza e Carità.

Realizza il modello del rilievo Ingresso di Napoleone a Berlino per l’Arco del Sempione.

 

1814

Inizia a esporre alla mostra annuale dell’Accademia di Brera, a cui partecipa con due busti in gesso.

 

1815

Espone a Brera i busti in gesso dell’imperatore Francesco I e del conte di Bellegarde.

 

1815-16

Realizza le statue in pietra dei 12 apostoli, della Vergine e del Redentore per il Duomo di Como.

 

 

1816

Espone a Brera quattro busti ritratto in gesso.

 

1822

Espone a Brera l’erma di Carlo Porta (Milano, Accademia di Brera).

Riprende l’attività per i Duomo di Milano.

 

1824

Riceva la commissione delle sei cariatidi per la torre campanaria di Urgnano, completata nel 1829.

Espone a Brera il modello della Venere pudica, un ritratto in marmo e la stele di Carlo della Bianca.

 

1825

Espone a Brera quattro opere, tra cui il rilievo della tomba Bianchi (Jerago con Orago).

 

1826

Succede a Camillo Pacetti sulla cattedra di scultura, come professore supplente.

Espone a Brera la Deposizione (Saronno, Santuario della Beata Vergine dei Miracoli) e la Venere pudica per il Duca Litta (Cambridge, Fitzwilliam Museum).

 

1827

Espone a Brera dieci opere, tra cui La pietà di san Giovanni di Dio (Milano, Ospedale Fatebenefratelli), sei angeli reggi-baldacchino (Stezzano, Chiesa di San Giovanni Battista), Ritratti del barone Bazetta, di Antonio Battaglia (Milano, GAM), di Enrico Mylius (Loveno di Menaggio, Villa Vigoni), Bassorilievi funerari per i figli del dottor Sormani, per la figlia di Lord Dungarvan e per la figlia del conte Rechberger.

Commissione della statua colossale di Sant’Ambrogio per la facciata interna del Duomo di Milano.

 

1828

Non partecipa alla mostra dell’Accademia, a causa di una caduta dal velocipide.

 

1829

Espone a Brera diciassette opere, tra cui i busti di Vincenzo Monti (collezione privata) e di Giuditta Pasta (Milano, Società del Giardino), di Enrico Acerbi, di Cesare Beccaria, il bassorilievo Il passaggio del Reno per l’Arco della Pace, l’Innocenza per il conte Melzi, il bassorilievo funerario di Giovan Battista Sommariva (Tremezzina, Villa Carlotta).

Commissione del monumento a Carlo Emanuele III per Novara.

 

1830

Espone a Brera dieci opere, tra cui La vittoria di Lipsia per l’Arco della Pace, il modello della statua colossale di Sant’Ambrogio per il Duomo di Milano, i modelli in gesso di una Musa con la cetra e di una Fanciulla che scherza col cane e un busto commissionati da Giulia Samoyloff, i modelli delle statue Equità e Concordia per la barriera di Porta Orientale a Milano, i busti ritratto in marmo del conte Renato Litta (Milano, Palazzo Morando), di Giulio Mylius (Loveno di Menaggio, Villa Vigoni) e del Duca di Leuchtemberg per il Brasile.

Commissione dell’altare di San Giuseppe per il Duomo di Como, completato nel 1832.

Il primo modello della statua di Sant’Ambrogio per il Duomo di Milano viene rifiutato.

 

 

 

1831

Espone a Brera diciannove opere, tra cui la Maddalena in marmo (Cambridge, Fitzwilliam Museum), una copia della Vestale di Canova, tre ritratti, una Fanciulla che scherza col cane, tutti in marmo, commissionati da Giulia Samoyloff, il bassorilievo funerario in marmo per Emilio Jorion, i busti di Giuseppe Barbieri (Bassano del Grappa, Museo Civico), di Enrico Blondel (collezione privata), di Giuseppe Longhi (Milano, Palazzo di Brera), di Gian Giacomo Trivulzio, la Stele Strassoldo (Milano, S.M. della Passione).

 

1832

Espone a Brera quindici opere, tra cui la statua colossale in marmo di Sant’Ambrogio (Milano, Duomo), le statue in marmo Equità e Concordia (Milano, Porta Venezia), il gruppo San Giuseppe col Bambino e bassorilievo Il transito di San Giuseppe in marmo (Como, Duomo), l’Innocenza in marmo commissionata Giulia Samoyloff, Venere vincitrice in marmo per Don Francesco Vitali, il bassorilievo funerario di Giulio Mylius (Loveno di Menaggio, Villa Vigoni), Flora in marmo (Como, Villa Olmo).

Commissione della statua della Religione per l’altare del Duomo di Novara.

12 maggio: ottiene il titolo di cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro da Carlo Alberto.

Offre in dono il busto di Vincenzo Monti all’Imperatore d’Austria (Vienna, Kunsthistorisches Museum).

 

1833

Espone a Brera nove opere, insieme al dipinto di Karl Brjulloff L’ultimo giorno di Pompei, tra cui il modello in gesso del monumento a Cesare Beccaria, il Nazareno in marmo (Brescia, Palazzo Tosio), statue di Musa e di Psiche in marmo, commissionata da Giulia Samoyloff, statua ritratto di Carlo San Martino di Saint Germain con coniglio, busto di Eleonora d’Este.

 

1834

5 marzo: Francesco I commissiona il gruppo La buona madre nel Venerdì Santo.

Notte tra il 28 e il 29 maggio: lo studio al Salone dei Giardini Pubblici viene distrutto da un incendio.

Espone a Brera sette opere, tra cui il secondo modello in gesso del monumento a Cesare Beccaria, la statua colossale in marmo della Religione (Novara, Duomo), le statue di Psiche, Ebe, l’Innocenza in marmo, erma di Vestale.

 

1835

Espone a Brera dodici opere, tra i modelli in gesso delle statue colossali dei fiumi Adige e Tagliamento per l’Arco della Pace, otto busti, un medaglione col ritratto di Francesco I d’Austria, il bassorilievo funerario La pietà filiale.

Ottiene il titolo di cavaliere dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio da Maria Luigia di Parma e dell’Ordine di Cristo dalla regina del Portogallo.

 

1836

4 agosto: la coppia vicereale visita il nuovo studio in via San Primo.

La Fabbrica del Duomo di Milano gli commissiona il bassorilievo La Madonna col Bambino per completare il monumento Tarchetta.

 

1837

Espone a Brera undici opere, tra cui la statua colossale in marmo di Cesare Beccaria (Milano, Palazzo di Brera), la statua colossale in marmo di Alessandro Volta (Como, Piazza Volta), la statua colossale in marmo di Carlo Emanuele III di Savoia (Novara, Piazza Puccini), il modello in gesso della statua di Goethe per Francoforte, Psiche per il barone Rothschild di Parigi, Ercole e Alceste in marmo per il duca d’Orleans (collezione privata), Venere che disarma Amore in marmo (Vienna, Kunsthistoriches Museum).

Commissione del monumento a Emanuele Filiberto di Savoia per la cappella della Santa Sindone a Torino.

4 novembre: Inaugurazione del monumento a Carlo Emanuele III a Novara.

 

1838

Espone a Brera il modello in gesso del monumento a Francesco I per Gratz.

Realizza dodici medaglioni in terracotta con ritratti di duchi austriaci posti sulla facciata del Castello di Milano. Ottiene la Legion d’onore da Luigi Filippo di Francia. 15 agosto: inaugurazione del monumento ad Alessandro Volta a Como.  14 settembre: Ottiene la cattedra di scultura all’Accademia di Brera. Viaggio a Vienna, presenta personalmente il gruppo Venere che disarma amore (Vienna, Kunsthistorisches Museum) in dono all’imperatore e il busto di Appiani per l’Accademia di Vienna (Vienna, Accademia). Da Vienna si reca a Monaco.

 

1839

Ottiene il titolo di Imperial Regio Statuario di Corte.

Completa il bassorilievo La Madonna col Bambino per il monumento Tarchetta (Milano, Duomo).

 

1840

Completa e invia la statua in marmo di Goethe a Francoforte (distrutta).

 

1841

È invitato a Vienna per presentare il progetto del monumento a Francesco I. 19 agosto: inaugurazione del monumento a Francesco I d’Austria a Gratz.

 

1843

Inaugura il monumento a Giuseppe Longhi (Milano, Palazzo di Brera). Inaugura il monumento a Emanuele Filiberto di Savoia per la cappella della Santa Sindone a Torino. Riceve la commissione del gruppo San Carlo Borromeo comunica San Luigi (La comunione di San Luigi) per la chiesa di San Carlo al Corso a Milano. Ottiene il titolo di cavaliere dell’Ordine di San Stanislao dallo zar di Russia.

 

1844

Espone a Brera l’erma colossale di Leopoldo Cicognara, donata all’Accademia.

 

1846

16 giugno: inaugurazione del monumento a Francesco I d’Austria nell’Hofburg di Vienna. Viaggio a Vienna. Ottiene la decorazione di seconda classe del merito civile dell’Ordine di San Lodovico dal duca di Lucca.

 

1847

Ottiene il titolo di cavaliere dell’Ordine di Daneborg dal re di Danimarca.

 

1848

Ottiene il titolo di cavaliere dell’Ordine di Nishan al-Iftikar dal Sultano turco.

 

1851

14 dicembre: inaugurazione del gruppo La comunione di San Luigi nella chiesa di San Carlo al Corso a Milano.

 

1852

25 luglio. Inaugurazione del gruppo La buona madre nel Venerdì Santo nella chiesa di San Carlo al Corso, alla presenza del feld maresciallo Radetzky. Novembre. Rassegna all’Accademia le dimissioni da professore di scultura. Gli succede Benedetto Cacciatori. Commissione della la statua di Santa Caterina da Siena per l’altare di Sant’Agata per il Duomo di Milano.

 

1855

Firma la Venere giacente e una stele funeraria (Milano, Galleria d’Arte Moderna).

 

1856

Il Duomo gli commissiona l’ultima statua, San Canuto re.

 

1858

5 febbraio: muore a Milano, per “vizio precordiale”. 8 febbraio: funerali nella chiesa di San Babila. La salma viene trasportata nella cappella di famiglia a Saltrio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTATTI PER LA STAMPA

Ufficio Stampa Cultura del Comune di Milano

Elena Conenna
+39 02 88453314 elenamaria.conenna@comune.milano.it

 

Ufficio Stampa mostra

 

My Com Factory
Luana Solla | luana.solla@mycomfactory.com | +39 334 3369695

Rosa Valsecchi | press.mycomfactory@gmail.com | +39 393 758 3196

 

 

 

 

ATTORNO ALLA MOSTRA

 

 

Conferenze

Il Fidia meneghino: Pompeo Marchesi tra Canova e Hayez

Martedì 21 marzo, 18:00, sala del Parnaso

 

La collezione di Pompeo Marchesi e la nascita della Galleria d’Arte Moderna

Martedì 18 aprile, 18:00, sala del Parnaso

 

In mostra col curatore

Martedì 14 marzo, ore 14.30

Martedì 11 aprile, ore 14.30

Martedì 16 maggio, ore 14.30

 

SCHEDA MOSTRA


“NEOCLASSICO E ROMANTICO. POMPEO MARCHESI, SCULTORE COLLEZIONISTA”

 

1 marzo-18 giugno 2023

GAM Galleria d’Arte Moderna
via Palestro 16 – 20121 Milano

www.gam-milano.com

c.gam@comune.milano.it

 

 

Curatela della mostra              Omar Cucciniello

 

 

Catalogo                                 Officina Libraria

 

Biglietti                                   Incluso nel biglietto d’ingresso al museo: intero 5 euro, ridotto 3 euro

 

                Abbonamenti

Museocard consente ingressi illimitati a tutti i musei civici di Milano e ha validità annuale a partire dalla data di emissione. La MuseoCard è in vendita online (senza costi di prevendita) e nelle biglietterie dei musei civici a 35,00 euro.
Biglietto cumulativo offre l’ingresso libero a tutti i Musei Civici per tre giorni (un ingresso in ogni museo) ed è in vendita online (senza costi di prevendita) e nelle biglietterie a 12.00 euro.

 

Orari                                        Martedì – domenica 10.00 – 17.30 (ultimo ingresso 16.30)

Lunedì chiuso

Ingresso gratuito il primo e il terzo martedì dalle 14.00 e ogni prima domenica del mese

 

 

Web e Social Media GAM        Web: www.gam-milano.com
TW: @Gam_Milano
FB: facebook.com/galleriadartemodernamilano IG: https://instagram.com/gam_milano

neoclassico e romantico

pompeo marchesi, SCULTORE COLLEZIONISTA

 

GAM | Galleria d’Arte Moderna di Milano

1 marzo – 18 giugno 2023

 

 

elenco opere

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Galleria d’Arte Moderna

  • Giovanni Beltrami, L’incoronazione di Giove (L’Olimpo), GAM s. n., gesso
  • Giuseppe Bossi, Ritratto giovanile di Antonio Canova, GAM 2190, olio su tela
  • Antonio Canova, Ebe, GAM 515, gesso
  • Antonio De Perger, Costumi dei dintorni di Vienna nel 1840, GAM 361, olio su tela
  • Sigismondo De Perger, Raffaello davanti a Leone X, GAM 2237, olio su tela
  • Giuseppe Ferraris, L’incoronazione di Giove (L’Olimpo), GAM s. n., gesso
  • Francesco Hayez, Ritratto dello scultore Pompeo Marchesi, GAM 463, olio su tavola
  • Pompeo Marchesi, Bozzetto per il monumento funerario di Carlo della Bianca, GAM 4700, gesso
  • Pompeo Marchesi, Bozzetto per un monumento funerario, GAM 4711, gesso
  • Pompeo Marchesi, Bozzetto, GAM 4668, gesso
  • Pompeo Marchesi, Bozzetto per la statua di Emanuele Filiberto di Savoia, GAM 4669, gesso
  • Pompeo Marchesi, Bozzetto per un monumento funerario, GAM 4662, gesso
  • Pompeo Marchesi, Deposizione dalla croce, GAM 4728, gesso
  • Pompeo Marchesi, Bozzetto per la tomba di Giambattista Sommariva, GAM 4664, gesso
  • Pompeo Marchesi, Particolare di un monumento funerario, GAM 4698, gesso
  • Pompeo Marchesi, Particolare di un monumento funerario, GAM 4698, cera
  • Pompeo Marchesi, Il valore militare, GAM 4658, gesso
  • Pompeo Marchesi, La locomotiva, GAM 4661, gesso
  • Pompeo Marchesi, Studio per la locomotiva, GAM 4699, gesso
  • Pompeo Marchesi, Il commercio, GAM 4696, gesso
  • Pompeo Marchesi, Il commercio, GAM 4701, gesso
  • Pompeo Marchesi, Maddalena, GAM 1344, gesso
  • Pompeo Marchesi, Tamar, GAM 118, gesso
  • Pompeo Marchesi, Il genio della caccia, GAM 1346, gesso
  • Pompeo Marchesi, Monumento funerario della figlia di lord Dungarvan, GAM 1354, gesso
  • Pompeo Marchesi, Monumento funerario di Giovan Battista Sommariva, GAM 1355, gesso
  • Pompeo Marchesi, Il battesimo nel Giordano, GAM 4709, gesso
  • Pompeo Marchesi, Madonna col Bambino, GAM 5989, gesso
  • Pompeo Marchesi, Ritratto dell’avvocato Salvatore Fogliani, GAM 693, marmo
  • Pompeo Marchesi, Autoritratto, GAM 695, marmo
  • Pompeo Marchesi, Bozzetto di una statua virile, GAM 4649, terracotta
  • Pompeo Marchesi, Figura femminile, GAM 4651, terracotta
  • Pompeo Marchesi, Bozzetto per un monumento funerario, GAM 4630, terracotta
  • Pompeo Marchesi, La battaglia di Lipsia, GAM 4634, terracotta
  • Pompeo Marchesi, Bozzetto per il Monumento funerario della figlia di Lord Dungarvan, GAM 4641, terracotta
  • Pompeo Marchesi, Bozzetto per monumento funerario, GAM 4645, terracotta
  • Pompeo Marchesi, Bozzetto della statua di Cesare Beccaria, GAM 4646, terracotta
  • Camillo Pacetti, Marte, GAM 4623, terracotta
  • Camillo Pacetti, Vittoria, GAM 4624, terracotta
  • Giulio Cesare Poggi, Ritratto di Bertel Thorwaldsen, GAM 2184, olio su tela

 

 

 

 

 

 

Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli

  • m.45-26, Giuseppe Bossi, Cristo, impressione su carta da un originale a sanguigna
  • m.45-32, Giuseppe Bossi, San Giovanni, impressione su carta da un originale a sanguigna
  • M.59.14, Fratelli Bramati, da Pompeo Marchesi, Monumento a Francesco I a Vienna, incisione a bulino
  • M.55.55, Bartolomeo Soster, da Pompeo Marchesi, Il valore militare, incisione a bulino
  • M.56.2, Luigi Tognola, da Pompeo Marchesi, Il regno minerale, incisione a bulino
  • 53.76, Sperandio Maffeis, da Pompeo Marchesi, L’industria, incisione a bulino
  • p.254.28, Albert Theer, Ritratto di Pompeo Marchesi, litografia
  • 84.29, Franz von Alt, Ritratto di Pompeo Marchesi nel suo studio, fotografia ritoccata
  • Seletti, vol. 11, tav. 58r, Alessandro Focosi, Ritratto di Pompeo Marchesi, litografia
  • Seletti, vol. 1, tav. 32v, Josef Kriehuber, Ritratto di Pompeo Marchesi, litografia
  • 5.22, Ludovico Fumagalli, Lo studio di Pompeo Marchesi al Salone dei Giardini Pubblici, acquerello su carta
  • V. g. 2-42, Fratelli Bramati, Lo studio del cav. Pompeo Marchesi. Veduta esterna, acquatinta
  • V. g. 2-45, Fratelli Bramati, Lo studio del cav. Pompeo Marchesi. Il salone dei marmi, acquatinta
  • V. g. 2-46, Fratelli Bramati, Lo studio del cav. Pompeo Marchesi. Studiolo, acquatinta
  • V. g. 2-48, Fratelli Bramati, Lo studio del cav. Pompeo Marchesi. Il salone dei gessi, acquatinta
  • V. p. 5-89, da Pompeo Marchesi, La Deposizione, acquaforte
  • g.2-36, Andrea Appiani, Cherubino Cornienti, Carlo Sommariva, Apoteosi di Napoleone, incisione a bulino
  • 59.37, Pietro Leone Bombelli, da Giuseppe Cades, Quattro Santi Coronati, acquaforte
  • J.5, Andrea Appiani, Giuseppe Longhi, Fasti napoleonici, album rilegato in pelle con incisioni a bulino
  • Z.38, Morelli, Descrizione delle feste celebrate in Venezia per la venuta di SMIR Napoleone il Massimo, Milano, 1808
  • S.70, Effiggie naturali dei maggior prencipi et più valorosi capitani di questa età con l’arme Loro, Venezia 1596
  • G.12, Alessandro Sanquirico, Incoronazione di SMIRA Ferdinando I a re del Regno Lombardo-Veneto, Milano 1838

 

Gabinetto dei disegni

  • D 92, Luigi Ademollo, Scena all’antica, inchiostro, acquerello e biacca su carta
  • B 43/1, Andrea Appiani, Ritratto di giovane donna, matita nera e gessetto bianco su carta tinta
  • A 19, Andrea Appiani, Studio per una Madonna col bambino, penna e inchiostro bruno con tracce di matita nera e rossa su carta
  • A 20 r., Andrea Appiani, Autoritratto e cinque ritratti di profilo. Sette profili di teste maschili, matita nera su carta
  • B 45, Andrea Appiani, Sant’Ambrogio, Studio per un particolare degli affreschi di S. Maria presso S. Celso, penna e inchiostro bruno su traccia a matita nera su carta
  • B 46, Andrea Appiani, Sant’Agostino, Studio di un particolare degli affreschi di S. Maria presso S. Celso, penna e inchiostro bruno su traccia a matita nera su carta
  • C 11, Andrea Appiani, Diana cacciatrice e studi di mani, matita nera su carta
  • D 5/I, Andrea Appiani, San Giovanni Evangelista, penna e inchiostro bruno su traccia a matita nera su carta
  • D 5/II, Andrea Appiani, Due angeli in volo, matita nera e gessetto bianco su carta
  • D 5/III, Andrea Appiani, San Matteo Evangelista con gruppi di angeli in volo, penna e inchiostro bruno su traccia a matita nera su carta
  • E ½, Luigi Basiletti, Paesaggio con macchiette, penna, pennello e inchiostro bruno su carta
  • E 2, Ferdinando Bassi, Studio di due figure virili nude in atteggiamento di lotta, matita nera e gessetto bianco su carta
  • A 357, Giuseppe Bossi, Due amorini, penna e inchiostro su carta
  • A 359, Giuseppe Bossi, Putto seduto su un tronco d’albero, penna e inchiostro su carta
  • B 412, Giuseppe Bossi, Studio anatomico di una coscia di cavallo, matita nera e sanguigna su carta
  • F 6, Giuseppe Bossi, Episodio della storia dei Dioscuri, penna e inchiostro e tempera su traccia a matita nera con lumeggiature a biacca su carta annerita al verso con carboncino per il ricalco
  • D 74, Mauro Conconi, Studio accademico di nudo maschile, matita nera e gessetto bianco su carta
  • D 94, Giovanni Demin, Psiche induce una fanciulla a risvegliare Amore, penna e inchiostro e acquerello su carta
  • E 28, Giovanni Demin, Lotta delle spartane, penna, pennello e inchiostro bruno su traccia a matita su carta avorio
  • D 119, Michelangelo Fumagalli, Autoritratto dell’artista, matita nera, gessetto bianco e pastello rosa su carta
  • D 124, Michelangelo Fumagalli, Cinque ritratti a mezzo busto: Carlo De Notaris, Remigio Faustinelli, Giovanni Vanzo, Vespagiano Speltini, Giuseppe Penuti, matita nera e gessetto bianco su carta
  • B 1185 r., Francesco Hayez, Studio di pieghe per una figura maschile, grafite e biacca su carta
  • B 1186, Francesco Hayez, Betsabea al bagno, penna, pennello e inchiostro con lumeggiature a biacca su carta
  • C 400, Paolo Landriani, Interno di salone con nicchie, decorato di statue e di bassorilievi, inchiostro e acquerello su carta
  • A 1530, Pompeo Marchesi, Progetto per una statua di Ebe, matita e inchiostro su carta
  • A 1531, Pompeo Marchesi, Progetto per una statua raffigurante una giovinetta, matita su carta
  • C 447, Pompeo Marchesi, Progetto per un bassorilievo, inchiostro, acquerello e biacca su carta preparata
  • D 191, Pompeo Marchesi, Altro progetto di un monumento al duca Emanuele Filiberto di Savoia, matita, inchiostro e acquerello su carta
  • C 450, Pompeo Marchesi, Composizione con cavalieri portanti targhe inneggianti all’imperatore Francesco I, inchiostro e tracce a matita su carta
  • A 1537, Pompeo Marchesi, Progetto di bassorilievo per un monumento funebre, inchiostro e acquerello su carta colorata
  • B 1503, Pompeo Marchesi, Progetto di bassorilievo per un monumento funebre, grafite su carta colorata
  • B 1505, Pompeo Marchesi, Progetto di un monumento funebre, penna, pennello e inchiostro grigio su carta
  • A 1538, Pompeo Marchesi, Composizione allegorica per bassorilievo di un monumento funebre, inchiostro e acquerello su carta colorata
  • B 1508, Pompeo Marchesi, Allegoria per un monumento funebre, penne e inchiostro rosso su traccia a matita su carta
  • B 1672, Napoleone Mellini, Bassorilievo per monumento funebre con figura femminile allegorica, grafite su carta
  • E 78 bis, Pelagio Palagi, Alessandro il Macedone nel tempio di Gerusalemme, inchiostro, acquerello e biacca su carta
  • C 520, Giovanni Perego, Veduta scenografica, inchiostro e acquerello su carta
  • B 2201 r., Luigi Sabatelli, Diversi schizzi di teste e figure, penna e inchiostro su traccia a grafite su carta
  • C 837 r., Vitale Sala, Scena biblica, penna e inchiostro con lumeggiatura a biacca su carta preparata bruna
  • C 838, Vitale Sala, Gara di Apollo e Marsia, grafite su carta
  • C 839, Vitale Sala, Studio di decorazione con angelo turiferario e putto che sostiene un festone ad encarpo, grafite su carta
  • C 839 bis, Vitale Sala, Pennacchio di volta con allegoria della forza e particolare di lunetta con angioletto e putto volanti, penna e inchiostro su traccia a matita nera con lumeggiature a biacca su carta preparata bruna
  • D 482 Vitale Sala, La Vergine col Bambino in trono, santa Caterina d’Alessandria e sant’Elena, matita, gessetto bianco e sfumino su carta
  • D 492, Domingos Antonio De Sequeira, Donna che fugge, con un bimbo, tra le braccia inseguita da uomini, pastelli colorati su carta
  • B 764, Anonimo lombardo, Innamorati in costume romantico, matita, acquerello e biacca su carta preparata
  • A 838, Francesco Hayez, Bozzetto per un quadro ambientato nella metà del XV secolo (Gentiluomo arrestato e legato all’ingresso di chiesa), acquerello su traccia a grafite su carta
  • 758, Jospeh Anton Bauer, Monumento a Maria Cristina d’Austria del Canova, tecnica mista su carta intelata
  • B.740, Anonimo austriaco, Agar e Ismaele, penna e inchiostro su traccia a matita su carta
  • D21, Andrea Appiani, Fasti Napoleonici, Napoleone medita sulle sorti della Francia, penna e inchiostro su traccia a matita su carta
  • D22-23, Andrea Appiani, Fasti Napoleonici. Napoleone imperatore, penna e inchiostro su traccia a matita su carta

 

Biblioteca d’Arte del Castello Sforzesco

  • Ludwig Schwanthaler’s Werke, vol. 1: Mythen der Aphrodite, Fries in Gyps im neuen Königsbaue zu München nach der Originalzeichnung des Professor L. Schwanthaler, Düsseldorf, Julius Buddeus, 1840, ATL.A.16
  • Anacreonte novissimo. In 31 bassorilievi anacreontici del commendatore Alberto Thorwaldsen; tradotti dal cavaliere Angelo Maria Ricci Anacreonte, Roma, Giacomo Antonelli, 1836, ALBUM.L.1
  • Longhi, Elogio del Pittore milanese Andrea Appiani, Milano, Tipi di G.B. Bianchi, 1818, OP.A.117

 

Civico Archivio Fotografico

  • AM 248/A: Mario Perotti, Milano, Castello Sforzesco. Musei Civici. Museo Archeologico, positivo, gelatina ai sali d’argento su carta, mm 228 x 288
  • AM 96/A: Stabilimento Montabone, di Fumagalli e Bassani, Milano, Castello Sforzesco. Musei Civici. Sala della Balla, tribuna. Allestimento della Galleria d’Arte Moderna, positivo, gelatina ai sali d’argento/carta, mm 219 x 288
  • RI 10150/A: Stabilimento Montabone, di Fumagalli e Bassani, Milano, Castello Sforzesco. Musei Civici. Sala del Consiglio Segreto, positivo, collotipia, mm 240 x 300
  • FM URB 269: Fotogramma srl, Milano, Villa Reale, Galleria d’Arte Moderna, interno, sala I, positivo, gelatina bromuro d’argento su carta

 

Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco

  • Domenico e Lanfranco da Ligurno di Cantello, Statua di santo, pietra, MA.538

 

 

 

 

 

 

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