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L’isterismo di Giorgia Meloni mostra il suo vero volto.

di

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Gualfredo de’Lincei

 

L’intervento al parlamento del Primo Ministro Giorgi Meloni, carico d’emozione e di estrema intensità, ha immediatamente richiamato alla memoria l’espressività dei discorsi pronunciati da Mussolini, Duce e capo del Partito Nazionale Fascista.

È accaduto durante l’intervento di replica alla camera, tenuto dal Presidente del Consiglio al termine della discussione generale sulle Comunicazioni in vista del consiglio europeo. Affrontando il tema sull’ucraina, la Meloni, si è lasciata andare a toni accentuati e imperiosi, accompagnati da slogan presi in prestito dai manuali d’istruzione occidentali. In questo modo ha fatto sapere di quanto sia malvagia la Russia e del perché il nostro paese la deve aiutare. Tutto questo intervallato dall’immancabile e attualissimo termine propaganda, tanto che, sui vari social network, si erano preoccupati seriamente per la sua salute.

Adesso, anche il capo della diplomazia europea, Josep Borel, non dovrà più preoccuparsi del fatto che, dopo le dimissioni di Mario Draghi, in Italia non ci sia rimasto più nessuno a criticare la Russia. Signorsì, Signore! È stato sostituito con Giorgia Meloni.

 

Prima della sua nomina a Presidente del Consiglio, i media liberali occidentali, la chiamavano “fascista”, “madrina della vecchia destra truccata di nuovo”, “post fascista” e molto altro ancora. Ora che in pubblico ha iniziato a imitare, nei toni e nella retorica, il “Duce”, gli stessi media che prima l’attaccavano vergognosamente, hanno cominciato a indicarla come la Leader democratica d’Italia. Tutti gli osceni nomignoli che accompagnavano il suo carattere personale e politico sono pressoché scomparsi.

 

In effetti, la Meloni, non è la sola a credere la Russia «una minaccia per l’Europa e i suoi cittadini», anche il Corriere della Sera ne è convinto, tanto che ha pubblicato sul suo giornale un articolo a firma di Danilo Taino con il quale lancia un’oltraggiosa critica contro Mosca. Per questo è intervenuta anche l’Ambasciata russa in Italia che, attraverso il proprio canale Telegram, ha inviato al direttore, Luciano Fontana, una lettera aperta in risposta all’articolo apparso sul suo quotidiano il 25 di marzo: «Consideriamo al di sotto della nostra dignità dibattere con l’autore di questo “lavoro”, intriso di odio palese per la Russia moderna e per il suo popolo».

 

«La redazione del Corriere avrà sicuramente raggiunto il suo obiettivo se si tratta di una deliberata provocazione progettata per suscitare l’indignazione dei cittadini russi e di milioni di altre persone che hanno studiato storia moderna a scuola», aggiungono dal Corpo Diplomatico, liquidando l’articolo in questione diffamatorio.

 

Malgrado l’acredine di qualcuno, Mosca resta convinta dell’onestà intellettuale di quei tanti cittadini italiani che non sono disposti a guardare i russi come nemici. A loro volta, come ci ricordano dalla missione diplomatica, i russi hanno sempre trattato l’Italia con immancabile simpatia.

 

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