L’UNHCR sollecita gli stati a mantenere i confini aperti ai sudanesi e a sospendere il rigetto delle domande di asilo
Questo è un riassunto di ciò che è stato detto da Elizabeth Tan, Direttrice della Protezione Internazionale dell’UNHCR – a cui il testo citato può essere attribuito – durante il briefing stampa di oggi al Palazzo delle Nazioni di Ginevra.Preoccupata per le ostilità in corso in Sudan, l’UNHCR, l’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati, ha emanato una nuova posizione sui ritorni nel paese. Il monito è che le persone in fuga dal conflitto in Sudan, oltre ai cittadini sudanesi che si trovano fuori dal paese e non possono tornare a causa del conflitto, possono avere bisogno di protezione internazionale come rifugiati in base ai quadri giuridici internazionali e regionali.
Con l’esplodere del conflitto il 15 aprile, l’UNHCR esorta tutti i paesi a consentire un accesso non discriminatorio ai civili in fuga dal Sudan. Questo sI applica ai cittadini sudanesi, ai cittadini stranieri, compresi i rifugiati ospitati dal Sudan, le persone apolidi e coloro che non sono in possesso di passaporti o altri documenti di identità.
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Dall’inizio delle ostilità l’UNHCR e i partner umanitari riferiscono di una quantità sconcertante di problemi umanitari e violazioni dei diritti umani, compresi gli attacchi indiscriminati che provocano vittime e feriti tra i civili, violenze sessuali, criminalità dilagante e saccheggio di infrastrutture civili quali mercati, ospedali, sedi e strutture di organizzazioni umanitarie e proprietà private.
Un gran numero di civili è stato costretto a fuggire dai combattimenti, e tra loro ci sono anche sfollati interni a causa di precedenti conflitti in Sudan, oltre a rifugiati da altri paesi che in Sudan hanno cercato riparo. In aggiunta ai nuovi sfollati interni, oltre 100.000 persone, sia rifugiati che sudanesi che erano rientrati, sono fuggite verso i paesi vicini, in particolare Chad, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Egitto ed Etiopia.
Siamo grati a tutti i paesi confinanti che hanno permesso a queste persone di trovare sicurezza.
L’UNHCR insiste perché tutte le domande di protezione internazionale avanzate da cittadini sudanesi e da persone abitualmente residenti in Sudan, comprese le persone apolidi, siano esaminate con equità ed efficienza.
Data l’attuale instabilità del Sudan, l’UNHCR fa anche appello agli Stati perché sospendano i respingimenti delle istanze di asilo presentate dai cittadini sudanesi o da cittadini apolidi abitualmente residenti in Sudan. I cittadini sudanesi le cui richieste di protezione internazionale erano state respinte prima del conflitto attuale possono trovarsi ora, viste le mutate condizioni del paese, in condizioni che rendono necessaria la protezione internazionale.
L’UNHCR fa anche appello agli Stati perché sospendano i ritorni forzati in Sudan, compresi quelli di chi si è già visto respingere le domande di asilo. Il bando sui ritorni forzati è uno standard minimo che deve rimanere in vigore finché la situazione in Sudan non sia migliorata a tal punto da permettere un ritorno in sicurezza e dignità a coloro che non necessitano di protezione internazionale.
L’UNHCR è anche molto preoccupata per la situazione di circa 1,1 milioni di rifugiati e richiedenti asilo di altre nazionalità che avevano trovato ospitalità in Sudan. Occorre permettere di lasciare il paese a tutti coloro che hanno deciso o sono stati costretti a farlo.
I cittadini del Sud Sudan sono il gruppo più numeroso di rifugiati in Sudan, che ospita anche numeri significativi di rifugiati dall’Eritrea, dall’Etiopia, dalla Siria e dallo Yemen, tra gli altri paesi. Tutte le persone rifugiate che proseguono verso paesi terzi in cerca di sicurezza dovrebbero essere indirizzate alle procedure nazionali di asilo perché la loro domanda venga esaminata.
Potrebbero anche esserci cittadini stranieri, oltre a persone apolidi o dalla nazionalità indeterminata, che hanno bisogno di protezione internazionale e che godevano di altre forme di soggiorno legale in Sudan. L’UNHCR raccomanda anche per loro l’indirizzamento alle procedure nazionali di asilo nel luogo in cui cercano protezione internazionale.
La situazione umanitaria in Sudan continua a deteriorarsi in conseguenza del conflitto e continua a costringere molte persone a cercare sicurezza in altri paesi. Ieri l’UNHCR e 134 partner hanno annunciato una richiesta di finanziamento di 445 milioni di dollari USA per il piano di risposta regionale interagenzia per i rifugiati in cinque paesi, prevedendo che stiano per lasciare il Sudan circa 860.000 persone tra sudanesi, rifugiati di altre nazionalità e rifugiati di ritorno.
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