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Iran: esecuzione a Isfahan, nonostante le proteste nel Paese e internazionali, di tre prigionieri che avevano partecipato alla rivolta

Maryam Rajavi: Non passa giorno senza che il sanguinario Khamenei versi il sangue dei nostri giovani per aggrapparsi al suo abominevole regno e scongiurarne l’inevitabile collasso. L’unica via è attraverso la rivolta e la resistenza.

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Appello all’ONU, all’UE e agli Stati membri ad agire immediatamente per costringere il regime a cessare il ciclo di arresti, torture ed esecuzioni. La mancata azione contro questo regime contraddice i principi fondamentali e l’universalità dei diritti umani.

La magistratura del regime iraniano, su ordine di Khamenei, ha eseguito oggi, venerdì 19 maggio, a Isfahan la condanna a morte di tre prigionieri che avevano partecipato alla rivolta. Nonostante le diffuse proteste interne e internazionali, Saleh Mirhashmi (36 anni), Majid Kazemi (30 anni) e Saeed Yaqoubi (37 anni) sono stati sottoposti a mesi di torture fisiche e mentali prima di essere falsamente accusati di “Moharebeh” [inimicizia contro Dio] e giustiziati. Il fascismo religioso al potere ha giustificato queste esecuzioni citando la morte di diversi agenti delle forze repressive durante la rivolta di Isfahan a novembre.

Queste esecuzioni criminali fanno parte di un’ondata di esecuzioni in corso dalla fine di aprile, volte a sopprimere qualsiasi potenziale rivolta. Solo giovedì 18 maggio sono stati giustiziati 16 prigionieri, portando il numero totale delle esecuzioni a 112 nelle ultime quattro settimane.

La signora Maryam Rajavi, presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI), ha affermato che non passa giorno senza che il sanguinario Khamenei versi il sangue dei nostri giovani per aggrapparsi al suo abominevole regno e scongiurarne l’inevitabile collasso. Il regime dei mullah non è in grado di governare un solo giorno senza ricorrere alla repressione, alla tortura e alle esecuzioni. L’unico modo per il popolo iraniano di liberarsi è attraverso la rivolta e la resistenza.

La signora Rajavi ha invitato le Nazioni Unite, l’Unione Europea e gli Stati membri a denunciare questa ondata di esecuzioni e ad agire immediatamente per costringere il regime a cessare il ciclo di arresti, torture ed esecuzioni. Ha affermato che la mancata azione contro questo regime, che è un affronto all’umanità, contraddice i principi fondamentali e l’universalità dei diritti umani.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)

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