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Carlo Spinelli (IdD) vs Mario Adinolfi, cambiare sesso non è come farsi un tatuaggio
Il responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti critica chi continua a vedere l’omosessualità in maniera distorta propagandando idee superficiali e motivazioni assurde circa la decisione da parte dei giovani di cambiare sesso
Tra i vari argomenti che sono in voga in questo momento, vi è senza dubbio l’omolesbobitransfobia, ovverro l’avversione ossessiva verso gli omosessuali, le lesbiche, i transessuali ecc. che lo stesso Presidente della Repubblica Mattarella ha considerato una piaga sociale da debellare. Eppure ancora oggi si leggono post sui social che continuano a fomentare l’odio verso queste persone che vivono un dramma interiore dal quale riescono a liberarsi a fatica proprio per le avversità che sono costrette a subire dopo un coming-out che costringe quindi molti di loro a vivere l’omosessualità in segreto. Carlo Spinelli, responsabile nazionale alla Politica Interna del movimento Italia dei Diritti interviene sul tema criticando aspramente chi si ostina a non riconoscere loro come persone normali additandoli come figli del demonio:” Continuiamo a leggere sui social post assurdi relativi all’omosessualità, e a vivere nel quotidiano aggressioni e soprusi come l’episodio di Milano, dove forse dell’ordine si scagliano contro un trans facendosi giustizia a colpi di manganello. Sicuramente qualcuno starà pensando che il reato che ha commesso il trans di Milano meritava una simile punizione e forse anche di peggio, qualcuno penserà ma se fosse successo al sottoscritto come avrei reagito, se aggredendolo violentemente o accarezzandolo in attesa delle forze dell’ordine, ma questo è un paragone che non si può assolutamente fare e comunque anche se un civile avesse aggredito il trans per il suo comportamento osceno, probabilmente sarebbe stato denunciato per aggressione violenta commettendo quindi egli stesso reato. Ciò che ha fatto il trans è censurabile e merita una punizione, ma la giustizia va fatta nelle aule di tribunale e non a colpi di manganello come invece fatto dai vigili urbani di Milano, il soggetto una volta immobilizzato, andava portato in un luogo di detenzione in attesa di un processo e non voglio pensare che il pestaggio violento al quale è stato sottoposto nasca proprio dal fatto che il soggetto sia un trans. A quasto proposito – continua Spinelli – voglio evidenziare come ancora oggi persone alle quali viene data visibilità mediatica attraverso canali nazionali esprimano delle idee legate all’odio che probabilmente provano verso gli omosessuali postando sui social concetti assurdi e superficiali che inducono poi le persone a pensare che l’omosessualità non sia altro che una forma di depravazione o addirittura di una moda da seguire. Mi riferisco per esempio al post pubblicato sui social dal sig. Mario Adinolfi che spesso vediamo in tv a commentare a modo suo episodi e situazioni attuali spesso con idee non proprio in linea con l’epoca che stiamo vivendo, dove in pratica legava proprio alla moda l’aumento in 4 anni dei giovani che cambiano sesso. Mi sembra una visione quantomeno superficiale del fenomeno, cambiare sesso non è come farsi un tatuaggio e non è una follia come asserisce sempre il buon Adinolfi nel post; fa rumore scrivere che l’aumento negli ultimi 4 anni è stato del 470%, meno se si vedono poi i numeri che nel 2018 dicono di 20 persone che si sono rivolte al San Camillo di Roma per intraprendere il percorso del cambio di sesso, numero che arriva ai 114 dello scorso anno. E non è neanche un’epidemia di gender dysphoria ( che si scrive con la y e non con la i normale come nel post) come ipotizza sempre il buon Adinolfi ma è forse sintomo di una maggiore facilità di intraprendere questo percorso sia dal punto di vista medico che culturale in quanto il fatto che siano diventati tanti coloro che non nascondono più le loro tendenze sessuali, e tra questi molti nomi famosi, fa si che i giovani che vivono una vita in un corpo che non sentono loro, si liberino delle loro paure decidendo di mostrarsi per quello che realmente sono e quindi di spogliarsi di quegli abiti che non rispecchiano la loro sessualità e la loro vita interiore. Purtroppo – prosegue Spinelli – persone come Adinolfi che continuano a guardare con occhi distorti gli omosessuali o i transgender ce ne sono ancora tante e questo rende ancora difficile l’integrazione nella nostra società degli omosessuali e dei transgender per questo poi quando abbiamo candidato a Sindaco di un paese della provincia di Latina una donna che fino a dieci anni fa era un uomo padre di 4 figli, la notizia ha fatto tanto clamore; è stato come candidare un alieno e questo non è sicuramente un aspetto positivo. Ognuno deve essere libero di vivere la propria sessualità come meglio crede senza che poi venga additato come colpevole di chissà quale reato così come ognuno è libero di non condividere le scelte di chi da uomo si trasforma in donna o viceversa, però questa libertà non deve poi trasformarsi in odio e non deve diventare una propaganda contro l’omosessualità altrimenti – conclude Carlo Spinelli – non si arriverà mai alla piena inclusione e ci saranno sempre persone dall’intelletto offuscato dalla propria ignoranza che continueranno a schernire, a discriminare e ad arrivare a commettere atti violenti contro chi vive la propria sessualità in maniera diversa dalla loro”.

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