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Siria: Save the Children, alla conferenza internazionale a Bruxelles gli adolescenti siriani presentano istantanee delle loro vite devastate dalla guerra

L’Organizzazione chiede ai donatori di predisporre finanziamenti urgenti per iniziative più a lungo termine, che possano far fronte all’emergenza umanitaria che espone i bambini ad un rischio sempre più alto a causa dell’impatto economico del terremoto e dei 12 anni di conflitto, nonché di aumentare i fondi per il sostegno dei 6,8 milioni di sfollati all’interno della Siria, ma anche per gli oltre 5 milioni di rifugiati che vivono ancora nei paesi vicini come il Libano.

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Durante la VII Conferenza “Sostenere il futuro della Siria e della regione in questi giorni a Bruxelles, i giovani siriani hanno presentano ai leader mondiali e ai principali donatori, istantanee della loro vita dopo 12 anni di guerra e dopo il devastante terremoto che ha colpito Siria e Turchia. Supportata da Save the Children, la mostra fotografica “Out of the Rubble: i terremoti e la distruzione del conflitto attraverso gli occhi dei bambini siriani”, all’interno del Parlamento europeo, propone una serie di scatti realizzati da bambine, bambini e giovani in Siria, per sottolineare come stanno vivendo la devastazione nel Paese, con l’obiettivo di aumentare i finanziamenti.

Una fotografia, scattata da Bana*, 17 anni, immortala i graffiti sul lato di un edificio distrutto dal terremoto nel nord-ovest della Siria a febbraio e con la frase ‘non dimenticarti di noi’. “Il messaggio che voglio lanciare con questa foto è far sapere alle persone che siamo qui, siamo vivi e abbiamo il diritto, come ogni altra persona, di vivere la nostra vita normalmente” ha detto la ragazza.

Il terremoto e le successive scosse di assestamento hanno ucciso circa 6.000 persone e ne hanno ferite altre 12.000 in tutta la Siria. Degli 8,8 milioni di siriani colpiti, 3,7 milioni erano bambini e donne incinta. Il mese scorso Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro, ha stimato che l’impatto economico del terremoto rischia di far morire di fame altri 665.000 siriani, con la minaccia concreta di malnutrizione e arresto della crescita per i bambini.

Lina*, 17 anni, anche lei di Idlib, nel nord-ovest della Siria, vive in un campo da quando il terremoto ha distrutto la sua abitazione. Ha scattato una foto delle rovine di casa sua e racconta “Le piante e il verde assomigliano alla vita che cresceva in questa casa, le persone hanno costruito speranza e felicità in essa, ma tutto è andato improvvisamente perso in un secondo”. L’istruzione di Lina* è stata interrotta a causa del terremoto, ma lei spera di poter tornare a scuola.

12 anni di guerra avevano messo a dura prova la Siria e i suoi abitanti anche prima del sisma: quando Yara* aveva 14 anni, lei e la sua famiglia sono fuggiti da Raqqa, nel nord-est della Siria, e la bambina ha dovuto abbandonare la scuola. Ora, a 19 anni, è tornata ed ha scattato una foto del disastro.

“Dover vedere edifici distrutti cinque anni dopo, mi ricorda il giorno in cui è iniziato il bombardamento di Raqqa. Ricordo di essere salita sul tetto di casa nostra a guardare case ed edifici che venivano bombardati ed ero terrorizzata. Spero che la mia città si riprenda e ritorni a quella che era prima, quella da cui sono stata costretta a fuggire quando ero una bambina”, ha detto la ragazza.

Anche Wafaa*, 19 anni, è tornato di recente a Raqqa dopo lo sfollamento, e ha raccontato: “L’impatto devastante del conflitto è stato evidente ovunque, con case e scuole demolite. Mi piace fotografare le persone e la vita che c’è in loro, perché questo mi dà la speranza che tutto andrà di nuovo per il meglio. Spero che la guerra in Siria finisca e e che avremo la possibilità di tornare alla nostra vita normale, alle nostre scuole e che ogni bambino che è stato privato dell’istruzione ritorni ad imparare”.

Durante la conferenza di questa settimana, Save the Children chiede ai donatori di predisporre finanziamenti urgenti per iniziative più a lungo termine, che possano fra fronte all’emergenza umanitaria che sta via via peggiorando, a causa soprattutto dell’impatto economico del terremoto e dei 12 anni di conflitto che espongono i bambini espongono i bambini e le bambine a maggiori rischi, tra i quali l’aumento della malnutrizione, la mancanza di protezione, i matrimoni precoci, la violenza sessuale, i rapimenti e il reclutamento da parte dei gruppi armati.

Save the Children chiede ai donatori di aumentare i fondi che si concentrano sul supporto non solo dei 6,8 milioni di sfollati all’interno della Siria, ma anche degli oltre 5 milioni di rifugiati che vivono ancora nei paesi vicini come il Libano, dove l’instabilità economica l’anno scorso, ha portato il 99% delle famiglie siriane a denunciare di non avere abbastanza soldi per comprare il cibo. Il Libano rimane il paese che ospita il maggior numero di rifugiati pro-capite al mondo e sta attualmente vivendo una crisi a più livelli e in rapido peggioramento, che sta portando a bisogni acuti e sempre più visibili tra i bambini di tutti i gruppi della popolazione. “Le 14 foto di questa mostra, scattate da tutta la Siria, sono il tentativo di questi bambini di farsi sentire e di comunicare direttamente ai leader mondiali quanto sia disperata la loro situazione. È semplicemente impossibile osservare queste immagini, leggere le parole di questi bambini e non essere spinti ad agire” dice Rasha Muhrez, Direttore della Risposta all’emergenza in Siria di Save the Children.

“I giovani siriani hanno convissuto con la guerra per 12 anni, milioni di bambini non conoscono nient’altro. È incredibile quanto siano resilienti e quanto siano andati oltre, ma temo che stiano iniziando a perdere la speranza. Non possiamo continuare ad aspettarci che i bambini e le loro famiglie siano resilienti mentre la situazione continua a peggiorare e senza che abbiano gli strumenti per sostenersi. Nei prossimi giorni, leader e donatori devono ascoltare gli appelli di questi bambini e di questi giovani. Sfortunatamente, anno dopo anno, i paesi ricchi li hanno ripetutamente delusi. Ma con il terremoto, che rimette al centro dell’attenzione la terribile situazione che i bambini siriani stanno sopportando da troppo tempo, speriamo che i donatori siano spinti ad agire – e non solo per ricucire le ferite della guerra, ma anche per investire adeguatamente in servizi e programmi per la ricostruzione del paese e della vita dei bambini” ha concluso Rasha Muhrez.

 

Alcune foto realizzate dalle ragazze e dai ragazzi sono disponibili qui: https://www.contenthubsavethechildren.org/Share/el248lojoe7bda2ljx5fg603r48s5i17

 

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