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Iran: Esecuzione di 17 prigionieri in 5 giorni: Escalation di torture e pressioni criminali nelle carceri

 

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In un’angosciante serie di eventi, il regime iraniano sotto il governo di Khamenei ha eseguito l’uccisione di 17 prigionieri in un periodo di soli cinque giorni, dal 10 al 14 giugno. Queste esecuzioni includono le impiccagioni di Hassanali Hassanpour a Gachsaran e di Milad Ghobadi a Yasuj avvenute mercoledì 14 giugno, nonché le impiccagioni di Hamid Dinpajouh, Hamed Ahmadi e altri due dissidenti nella prigione di Gohardasht il 13 giugno.

 

Inoltre, oltre ai sei prigionieri le cui esecuzioni sono state annunciate nella dichiarazione del 13 giugno dall’NCRI, domenica 11 giugno, nella prigione di Adelabad Shiraz, altri due prigionieri, Alireza Shacheraghi e Taher Nouri, hanno subito la stessa sorte.

 

 

Queste azioni evidenziano l’intensificarsi della campagna di torture medievali e trattamenti crudeli inflitti dal regime ai prigionieri, in particolare rivolti ai prigionieri della rivolta. I rapporti hanno rivelato che almeno sessanta detenuti della rivolta sono tenuti in isolamento nella prigione centrale di Zahedan, in condizioni gravi e disumane. Privati dei diritti umani fondamentali, questi prigionieri sono privati dell’aria fresca, dell’accesso ai servizi igienici, dei privilegi di acquisto, delle visite e della possibilità di comunicare con i propri cari. L’unica tregua è l’uso limitato dei servizi igienici sotto l’occhio vigile di una guardia, bendati e in manette.

 

Il tormento mentale e fisico imposto a questi prigionieri è incessante, in quanto vengono sottoposti a confessioni forzate e alla partecipazione forzata a campagne di propaganda governativa. Desta preoccupazione il fatto che sei prigionieri politici sunniti, trasferiti dalla prigione di Gohardasht a quella di Zahedan, siano ora detenuti nelle stesse celle.

 

Domenica 11 giugno, in segno di protesta contro le dure condizioni e le brutali torture subite dai loro figli, le famiglie dei prigionieri della prigione di Salmas si sono riunite fuori dalla struttura. Questo piccolo carcere, che attualmente ospita oltre 700 detenuti, non riesce a fornire nemmeno i beni di prima necessità, e molti prigionieri non hanno accesso alle lenzuola.

 

 

Inoltre, la qualità e la quantità del cibo della prigione sono drasticamente peggiorate. A causa di appropriazioni indebite da parte delle autorità, le razioni mensili di cibo per i detenuti sono state significativamente ridotte. La mancanza di cure mediche adeguate e di materiale igienico essenziale aggrava ulteriormente la situazione. È scioccante che le guardie carcerarie facciano ricadere l’onere finanziario delle visite e delle cure mediche esclusivamente sui detenuti stessi.

 

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (NCRI)

 

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