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Primo Osservatorio “Wellbeing & Corporate” di Fitprime:
se l’azienda offre la palestra a prezzi agevolati, il 30% di persone inattive mette scarpette e tuta
Più del 30% delle persone che nell’ultimo anno hanno ricevuto dall’azienda la possibilità di iscriversi a tariffe e condizioni agevolate non frequentava centri sportivi da quattro anni. Tra i nuovi frequentatori di piscine, tapis roulant e corsi yoga, l’86% dichiara un maggiore benessere, il 56% una riduzione dello stress e il 13% un miglioramento delle performance lavorative.

Impiegati (66%) e manager (15,5%) le categorie professionali che utilizzano maggiormente questo benefit.

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Le città più attive e pronte a cogliere l’occasione, dopo Roma e Milano, sono Belluno, Torino, Napoli e Bologna. Sala pesi la più gettonata (47%) seguita da corsi di yoga e pilates (34%).
Roma, 17 luglio 2023 – Chi inizia a fare sport prova un maggiore benessere generale (86,1%), una riduzione dello stress (56,1%) e un miglioramento della propria performance lavorativa (13%). Se poi è l’azienda a offrire la possibilità di frequentare palestre e centri sportivi a prezzi agevolati e nelle vicinanze di casa, ufficio o in un’altra città, ne deriva non solo una migliore percezione della stessa per il 55,5% degli intervistati, ma anche l’occasione di incominciare a fare sport per le persone inattive (31,3%). È quanto emerge da “Wellbeing & Corporate”, l’Osservatorio di Fitprime nato per misurare il benessere – sia nella dimensione aziendale sia in quella individuale e sociale – dei lavoratori cui vengono offerti programmi di wellbeing che possono includere, oltre ad abbonamenti agevolati a palestre e centri sportivi, anche sedute con nutrizionisti o con psicoterapeuti.

 

Sul campione dei dipendenti di oltre 100 aziende di medie e grandi dimensioni che hanno composto la base dell’Osservatorio, è emerso che le donne tendono a cogliere l’opportunità offerta dall’azienda con un leggero slancio in più rispetto ai colleghi uomini: 52% vs 48% e che i più frequenti utilizzatori sono impiegati (45,1%), colletti blu (32,0%), manager (15,5%), dirigenti (3,2%) e altro (4,2%).  Tra le città in cui le persone si avvantaggiano della possibilità di accedere allo sport a prezzi agevolati a carico delle aziende, Roma e Milano sono le capolista, e più in generale, il 53% degli utenti ad usufruirne risiede al Nord, il 44% al Centro e il 3% al Sud o nelle isole. Interessante notare come anche le città di provincia rappresentino una sorta di “fortino” dell’allenamento con queste condizioni agevolate. Nei 12 mesi compresi tra maggio 2022 e maggio 2023, su 700.000 ingressi in palestra monitorati da Fitprime Places (accesso a 3.000 centri presenti sul territorio italiano) dopo Roma e Milano le province più attive sono state Belluno, Torino, Napoli, Bologna, Cagliari, Treviso, Brescia, Firenze e Lecce.

 

Risparmio, flessibilità e curiosità: ecco cosa convince i lavoratori a fare sport

 

Secondo l’Osservatorio di Fitprime, gli elementi che più hanno influenzato i lavoratori, convincendoli a iscriversi in un centro sportivo sono per il 61,7% il risparmio (meno 60% rispetto a un costo medio in città) e per il 25,8% la flessibilità o comodità (caratteristica della piattaforma Fitprime è quella di raggruppare più centri sportivi e palestre in uno stesso abbonamento, ampliando gamma e numero delle strutture accessibili, e quindi permettendo di scegliere se frequentare una palestra vicino a casa la mattina o una piscina vicino all’ufficio in pausa pranzo).

 

I dati rilevati dall’Osservatorio “Wellness & Corporate” sembrano infine sfatare il tema dell’abitudinarietà degli sportivi: il 31,1% degli intervistati ha dichiarato di frequentare diversi centri sportivi, la maggioranza (il 53,7%) ne usa uno vicino a casa, mentre il 15,3% va in un impianto vicino all’ufficio. Tra le attività più gettonate vi è al 46,8% la sala pesi, al 31,1% i corsi fitness, al 34% i corsi di pilates e yoga e per il 15% a pari merito nuoto e crossfit.

 

La ricerca fa inoltre presente che anche chi era già abituato a fare sport ha tratto un vantaggio da questo benefit: il 58,3% degli intervistati ha dichiarato i di essere diventato più costante nell’allenamento. Non manca un tratto di curiosità: tra gli intervistati, poco meno del 10% ha dichiarato che grazie a questo benefit ha scoperto nuove discipline sportive o di centri che prima non conosceva.

 

Lo sport come leva del benessere complessivo

 

L’Osservatorio ha cercato di analizzare anche i diversi ambiti della vita quotidiana individuale e della collettività, per capire come questi benefit possano impattare a livello economico, sanitario, sociale, relazionale, ma anche in termini di inclusività, accessibilità, divertimento e benessere.

 

Come già indicato, l’attività fisica è per la maggior parte degli intervistati (86,1%) fonte di un più alto livello di benessere nella propria vita. Il 36,8% dice addirittura che riesce ad affrontare la quotidianità con più serenità, il 15% dichiara di ammalarsi meno frequentemente da quando svolge attività sportiva e il 13,2% di essere più produttivo sul lavoro.

 

Tra chi usufruisce di servizi di wellbeing offerti dall’azienda, si inizia a riscontrare anche un miglioramento dell’attenzione verso aspetti nutrizionali o psicologici. Il 54,7% dei dipendenti intervistati dichiara di dedicare la stessa attenzione ad allenamento e alimentazione, ma senza essere seguito da un professionista, e solo il 26,3% dice invece di non dedicarle la stessa cura. Il 18,9% è seguito da un nutrizionista e di questi il 4,2% ha iniziato ad utilizzare i professionisti della nutrizione offerti, tramite benefit, dall’azienda.

 

Analogamente, il 50,8% delle persone dichiara di prendersi cura del proprio benessere mentale, ma senza andare da uno psicologo. Il 39,5% ammette invece di non dedicare la stessa cura e la percentuale di persone che segue un percorso di terapia è pari invece al 9,7%.

 

“Alla fine contano i fatti, si dice. Incentivare uno stile di vita sano e attivo non basta: le aziende sanno che persone in forma e allenate sono lavoratori più efficienti e soprattutto più felici, ma non basta comunicare questi valori per convincerli ad andare in palestra. Possono fare la differenza, invece, azioni concrete, come offrire agevolazioni per iscriversi in un centro sportivo. E i dati lo dimostrano. – afferma Matteo Musa, CEO e Co-Founder di Fitprime. – Fitprime è nata per rivoluzionare il modo in cui concepiamo il benessere: riteniamo sia fondamentale avere un focus a 360° sul benessere psico-fisico e noi permettiamo questa completezza grazie a un’offerta ibrida, verticale tra il wellness e il fitness, e orizzontale verso l’health tech. Aprirci al mercato del wellness aziendale ci ha dato la possibilità di portare la nostra sfida su larga scala e di fare la differenza nella vita di tutti i giorni di migliaia di lavoratori. Ma l’obiettivo ultimo e ambizioso che ci siamo dati come azienda è quello di ridurre l’incidenza di stili di vita poco virtuosi sul numero di malati in Italia a causa di malattie multifattoriali come le malattie cardiovascolari ed il diabete. L’idea di avviare questo osservatorio nasce proprio per capire l’impatto del nostro operato e in generale degli incentivi al wellbeing sul benessere della collettività.”

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