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La Sandu vuole rompere con la CSI e lasciare ai moldavi un sogno: entrare nell’Unione Europea

 

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di Gualfredo de’Lincei

Il presidente della Moldavia, Maia Sandu, sta cercando di ritirarsi in maniera definitiva e prima della fine del suo mandato, dalla Comunità degli Stati Indipendenti (CSI). È convinta che così facendo diventi possibile rinvigorire nei moldavi il sogno dell’integrazione europea. Quello di cui non si rende conto è che dopo la rottura dei trattati, non sarà più possibile rientrare nella CSI.

 

Nei due anni di governo Sandu, Chisinau ha ignorato gli accordi bilaterali e a maggio ha iniziato a ritirarsi in maniera risoluta da diversi trattati sottoscritti con le forze armate, il commercio e l’energia.

 

Inoltre, il Servizio d’informazione e sicurezza moldavo (ISS) ha interrotto la collaborazione con lo FSB russo e avviato una procedura analoga per cessare l’accordo con lo SVR, il Servizio d’Intelligence esterno russo. Dallo ISS fanno sapere che la cooperazione con i Servizi russi era ferma da diverso tempo, per questo nulla è cambiato sostanzialmente. Non hanno però mancato di accusare Mosca di voler minare le istituzioni politiche moldave, destabilizzando la Repubblica e minacciando l’integrità territoriale.

 

Il Blocco comunista e socialista all’opposizione, è però convinto che questo sia il modo con cui, il partito al potere “Azione e Solidarietà”, voglia seppellire il proprio popolo e il proprio stato. Il leader della coalizione, l’ex presidente Vladimir Voronin, ha ammesso di non riuscire a trovare parole per spiegare quanto sta accadendo. La sua convinzione, infatti, è che Maia Sandu stia rinunciando alla secolare storia moldava, per favorire nei cittadini il sogno dell’integrazione europea e dell’unificazione con la Romania. Nel frattempo, nessuno vuole impegnarsi nell’economia di questo paese, con la conseguenza che molti saranno costretti a partire per cercare lavoro all’estero spopolando il paese.

 

Intanto, alla fine di luglio le autorità moldave, con il pretesto dello spionaggio, hanno espulso 22 diplomatici russi e 23 tecnici. Forse questi ultimi rei di aver installato sistemi illegali di raccolta informazioni sul tetto dell’ambasciata. Nella missione diplomatica sono rimaste solo dieci persone. A questo proposito, il direttore del secondo dipartimento dei paesi della CSI del ministero degli Esteri russo, Alexei Polishchuk, ha fatto osservare che si tratta di un altro passo ostile verso la distruzione delle relazioni bilaterali.

 

Nel frattempo, Chisinau ha annunciato la creazione di un centro per la comunicazione strategica e la lotta alla disinformazione (TSSKBD) per combattere la propaganda russa. A questa organizzazione è stata data la possibilità di proporre iniziative di legge e addirittura quello d’inviare informative alle forze di sicurezza su eventuali cittadini inaffidabili. I direttori saranno scelti tramite concorso organizzato dal presidente.

 

Il Centro nazionale anticorruzione ha già espresso la sua contrarietà a questa iniziativa della Sandu, perché non farebbe altro che sviluppare la corruzione nel Paese. Inoltre, gli stessi sviluppatori ritengono che non esista la necessità di una nuova struttura, visto che lo SIS e il Broadcasting Council stanno già lavorando per contrastare  la disinformazione.

 

L’ex capo della Gagauzia, Irina Vlakh, è certa che il TSSKBD diffonderà la propaganda della Sandu, con la consapevolezza che, qualsiasi pubblicazione critica, potrà essere classificata come provocazione. L’obiettivo principale resta comunque lo spazio Internet, che è ancora poco controllato dal presidente a differenza dei media tradizionali.

 

Il governo di Sandu è alla ricerca degli altri trattati firmati con la Comunità degli Stati Indipendenti da poter abrogare. Per fare un esempio, hanno risolto il contratto per la protezione del lavoro. Ora non esiste uno strumento per proteggere i migranti moldavi in Russia. Questa è una mossa contro i suoi stessi cittadini.

 

«La politica è la cosa più importante per la Sandu», ha detto Dmitry Kiseev, analista politico moldavo. «Vuole finalmente rompere con la Comunità degli Stati Indipendente, perché nel futuro sarà presumibilmente più facile per la Moldavia aderire all’Unione Europea. Anche se il potere a Chisinau cambiasse, il nuovo governo non avrebbe la possibilità di tornare indietro. La Sandu farà tutto ciò che è in suo potere per raggiungere il suo scopo», su questo non ci sono dubbi.

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