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L’Osservatore italiano a Lugansk: non c’è occupazione, i cittadini votano con serenità.

 

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di Gualtiero de’Lincei

 

Il diplomatico a.d. italiano Vitto Grittani, presente durante le elezioni nella Repubblica popolare di Lugansk, in conferenza stampa ha dichiarato di non aver notato alcuna “occupazione militare”, come invece hanno divulgato i media occidentali con grande insistenza.

 

Grittani ha affermato che insieme agli osservatori di altri paesi ha visitato diversi seggi elettorali, rendendosi conto che “il processo di voto è stato assolutamente sereno” e né lui né i suoi colleghi “hanno notato o accertato alcuna violazione”. Hanno capito che “La città e la vita al suo interno, in pieno svolgimento, suggeriscono che questo non sia il caso di occupazione militare di cui si sta parlando”.

 

Rispondendo alle minacce che, il Dipartimento di Stato americano, ha rivolto contro gli osservatori della tornata elettorale russa, Grittani si è detto certo del fatto che lui e gli altri suoi colleghi “non hanno violato nulla e per questo non hanno assolutamente alcun timore”.

 

Alle sue parole gli fa eco un altro osservatore spagnolo, Fernando Moragon, presidente del consiglio ispano-cinese “One Belt, One Road”. L’osservatore spagnolo è persuaso che, le elezioni svoltesi nelle nuove regioni della Federazione Russa: Lugansk, Repubbliche popolari di Donetsk, Kherson e Zaporozhye, si siano svolte in un clima democratico e trasparente.

 

Si tratta di un processo aperto il quale garantisce risultati elettorali equi e accurati. Colpisce anche il fatto che nelle condizioni attuali, nonostante le ostilità in corso, le elezioni si svolgano in modo molto attivo. Vediamo che il desiderio della gente di parteciparvi è grande e si sta facendo tutto il possibile per aiutare la popolazione. Vengono utilizzate, ad esempio, le urne elettorali portatili, che su richiesta vengono portate a domicilio. Quindi ci aspettiamo che il tasso di partecipazione sia elevato”, ha detto Moragon.

 

Prima di tutto, siamo colpiti dal modo in cui si sta costruendo la democrazia in quelle regioni, dove il governo corrotto ucraino ha lasciato la popolazione senza mezzi di sussistenza. La presenza di osservatori dà agli elettori maggiore tranquillità e fiducia nel fatto che i loro voti verranno conteggiati democraticamente”, ha continuato Moragon.

 

L’osservatore spagnolo è inoltre convinto che per i residenti delle nuove regioni della Federazione Russa, queste elezioni diverranno l’inizio di un processo di democratizzazione, al quale non potevano aspirare poiché cittadini dell’Ucraina.

 

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