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OLTREREALE – LA REALTÀ IMMAGINATA di Marco D’Anna

L’artista in conversazione con Diana Segantini

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modera Martina Bortoluzzi, Conservatore Collezione Kiron

 

Il fotografo svizzero Marco D’Anna propone un itinerario di ventiquattro fotografie per riscoprire le montagne: le cime dell’Engadina. Un luogo caro al maestro del tocco divisionista, Giovanni Segantini (1858-1899), a cui Marco D’Anna si ispira per la sua tecnica di riproduzione:

Scenari immaginari tratti dalla realtà, frammenti di memoria che si trasformano all’infinito.

 

Villa Arconati – Sala Museo

Domenica 1° ottobre – ore 15.00

Ingresso libero
(previo acquisto del biglietto d’ingresso alla Villa)

 

OLTREREALE_ la mostra

Marco D’Anna offre uno sguardo nuovo sulla montagna: un itinerario di 34 fotografie che mostrano le vette dell’Engadina riscoperte durante la pandemia.

Un luogo caro non solo al fotografo ma anche al maestro del tocco divisionista Giovanni Segantini (1858-1899), al quale il fotografo si ispirò per la sua tecnica di riproduzione: le immagini digitali si sovrappongono, creando nuove realtà, in frammenti di memoria che si trasformano all’infinito.

Marco D’Anna trasmette un’immagine della montagna dalle mille sfaccettature, tanto luminosa e incantevole quanto ostile e insidiosa. Accompagna lo spettatore in un viaggio visivo ed emozionale, dalla luce alle ombre, attraverso scenari immaginari tratti dalla realtà, frutto dell’ingegno e della creatività del fotografo che è riuscito a cogliere la forza e l’energia della natura.

 

AVVICINARSI ALLA MONTAGNA CON LA CONSAPEVOLEZZA DI FAR PARTE DI QUESTA STESSA NATURA

Il fotografo svizzero lo ha fatto, ad esempio, analizzando la pittura di Giovanni Segantini per cogliere un aspetto che è diventato centrale: quello del rapporto tra ombra e luce utilizzato dal pittore per dare al paesaggio montano quel fascino particolare che si identifica con lo spiritualismo che lo animava.

È qui che entra in gioco un tema importante, quello dello stretto rapporto tra fotografia e pittura. Se, nei primi anni dalla scoperta di quest’arte ancora giovane, essa ha sofferto di una dipendenza estetica, tecnica e culturale, legata anche al fatto che molti di coloro che lo praticavano ad alto livello erano pittori di formazione, la fotografia ha iniziato rapidamente a costruirsi una visione personale del mondo e a guadagnare uno spazio autonomo, fino a raggiungere una coscienza grazie alla quale essa è stata in grado di dialogare senza esitazione con il mondo della pittura, nel quadro di un riconoscimento reciproco.

Marco D’Anna, come tutti i contemporanei, risente di questo antico conflitto come di un’eco lontana, ed è per questo che dialoga con Segantini con leggerezza e serenità, cercando un punto di confronto basato sull’espressività.

Sarebbe stato troppo semplice tracciare un’analogia tra le piccole pennellate che caratterizzano lo stile del pittore e i pixel che animano la fotografia digitale. Al contrario, la scelta di campo è stata portata sullo spazio, dove si concentra l’attenzione dell’autore e, di conseguenza, quello dell’osservatore: la delicatezza plastica delle stampe sapientemente eseguite su carta Fabriano disegna il confronto con la tecnica divisionista ormai rivisitata in una tonalità contemporanea. Questi tocchi di luce, queste sfumature, queste armonie cromatiche, queste sovrapposizioni prendono vita nella morbidezza di una carta che non nasconde ma evidenzia l’irregolarità della propria superficie.

C’è un aspetto fondamentale che riguarda la relazione che queste opere sono in grado di stabilire con l’osservatore: un fatto importante, perché l’artista non sempre considera lo sguardo – inevitabilmente diverso dal suo – che altri poseranno sull’opera che egli ha creato.

Qui però entra in gioco una curiosa contraddizione: chi osserva da lontano è attratto dal senso della composizione, dalle atmosfere, dalla luce diffusa, ma quasi sempre perde di vista la bellezza dei dettagli. Mentre coloro che si avvicinano alle opere, ne colgono l’importanza, ammirano la loro capacità di alludere alla grandezza in un piccolo spazio, apprezzano l’abilità con cui esse catturano le molteplici intensità di luce, ma rischiano di perdere di vista l’insieme.

È necessario saper considerare entrambi gli aspetti, e quindi avvicinarsi alla montagna, con la consapevolezza di far parte di questa stessa natura, ma anche osservarla nel suo insieme, perché solo così si può coglierne la maestosità.

 

Marco D’Anna

Nato nel 1964, inizia giovanissimo a lavorare come fotoreporter a Lugano. Consegue il diploma di fotografo nel 1984 e successivamente si forma con importanti fotografi, tra cui Gabriele Basilico, René Burri, Gianni Berengo Gardin, René Groebli e Mario De Biasi. Nel 1986 apre il suo studio a Lugano e intraprende numerose collaborazioni in diversi ambiti, in particolare con Mario Botta per l’architettura e Franco Maria Ricci per la riproduzione di oggetti d’arte. Dal 2004 al 2018 viaggia per il mondo con lo scrittore Marco Steiner visitando i luoghi che hanno ispirato Hugo Pratt per le ambientazioni della saga di Corto Maltese.

Nel 2011, al Locarno Film Festival, presenta in anteprima mondiale Projet Corrida, il suo primo lavoro video e fotografico, prodotto con il fotografo svizzero René Burri, membro dell’agenzia Magnum. Tra il 2013 e il 2014 sviluppa il progetto fotografico intitolato Alle radici dell’innovazione agroalimentare, commissionato dal Dipartimento Federale degli Affari Esteri (DFAE) come immagine ufficiale della Svizzera per Expo 2015 di Milano. Nel 2018 vince il prestigioso premio King of Photography e partecipa alla mostra “The Power of the Image” nell’ambito della International Photography Culture Exhibition, Datong (Cina).

Marco D’Anna vive e lavora a Lugano.

Diana Segantini

Diana Segantini è una cittadina svizzero/norvegese specializzata in studi arabo-islamici presso l’Università dell’Orientale e ha conseguito un Master in relazioni internazionali presso l’IUHEI di Ginevra.

Ha iniziato la sua carriera professionale nella scena artistica e cinematografica, acquisendo una vasta esperienza lavorativa in diversi paesi al servizio delle Nazioni Unite, di varie ONG e più ampiamente nel settore Medio Oriente come delegato della Croce Rossa Internazionale per 4 anni. Parla fluentemente arabo e altre 9 lingue, ed è diventata un’esperta della regione araba e delle questioni interculturali.

Nel 2008 fonda Segantini Unlimited, agenzia specializzata in mediazione culturale e produzioni culturali internazionali, quali mostre d’arte, dove è anche curatrice del patrimonio culturale della sua famiglia, essendo pronipote del pittore Giovanni Segantini. Mandataria per la Global Ethical Foundation del Prof. Hans Küng, ha guidato importanti progetti interculturali e interreligiosi in tutto il mondo legati all’istruzione, ai dibattiti accademici, ai film documentari e alle pubblicazioni di libri.

Diana ha anche guidato programmi sui diritti delle donne e sul turismo culturale in Medio Oriente. Per 6 anni è stata responsabile del settore Arte e Cultura della Radiotelevisione svizzera RSI, nonché membro del consiglio di amministrazione della RSI, producendo concerti musicali e più di 100 lungometraggi e documentari, acclamati in vari festival internazionali.

Dal 2019 contribuisce alla Vision 2030 dell’Arabia Saudita attraverso diversi progetti.

Nel 2019 è stata nominata Direttore del patrimonio e della cultura presso l’Autorità per lo sviluppo della Porta di Diriyah a Riyadh, essendo responsabile del sito patrimonio dell’UNESCO, dove ha creato diverse istituzioni culturali come musei, accademie e un quartiere delle arti. Ha poi ricoperto il ruolo di Direttore delle arti e della cultura presso AMAALA ed è partner culturale e di comunicazione presso AEON Strategy.

Attualmente è consulente indipendente per arte e cultura, media, cinema, comunicazione/pubbliche relazioni, fondazioni, filantropia e sostenibilità. In particolare, è consulente per Art Basel e il Locarno Film Festival e curatrice di diverse mostre.

Diana è sposata con due figli e vive a Lugano.

 

 

OLTREREALE – LA REALTÀ IMMAGINATA di Marco D’Anna

L’artista in conversazione con Diana Segantini

modera Martina Bortoluzzi, Conservatore Collezione Kiron

 

Villa Arconati – Sala Museo

Domenica 1° ottobre ore 15.00

INGRESSO LIBERO (previo acquisto del biglietto d’ingresso a Villa Arconati)

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