Advertisement

Il Presidente della Moldavia ignora il risultato elettorale e rema contro il suo popolo e spinge verso l’Unione Europea

 

Advertisement

di Gualfredo de’Lincei

 

In Moldavia si è svolto il secondo turno delle elezioni elettorali locali e gli osservatori filo-occidentali hanno parlato di abuso di potere statale. Il partito del Presidente Maia Sandu, Azione e Giustizia, ha perso le elezioni e ora pretendono di punire tutti i Comuni in cui hanno votato “sbagliando”. Thomas Röper lo scrive in un suo articolo su Anti Spiegel.

 

Già alla fine del primo turno elettorale del 5 novembre, la Sandu aveva avvertito che, i fondi derivati dai prestiti e dalle sovvenzioni concessi alla Moldavia dall’Unione Europea, non sarebbero stati destinati ai Comuni nei quali non avessero votato per i candidati dei partiti filo europeisti.

 

Parlare di democrazia in questa situazione non è certo il caso, visto anche che il partito occidentalista al governo, a meno di 48 ore dalla tornata elettorale, ha vietato a più di 8.600 candidati dell’opposizione di presentarsi alle elezioni. Tutto questo ha attirato una pioggia di critiche, anche da parte dell’OSCE.

 

Nell’articolo, Röper, ha anche voluto ricordare le macchinazioni messe in atto dalla Sandu durante le presidenziali moldave del 2020. Inoltre, nel quadro delle “riforme” filo-occidentali, il neoeletto governo è riuscito a rimuovere dal suo incarico il Procuratore Generale, con l’accusa di corruzione. E questo è accaduto subito dopo che la Procura aveva annunciato il coinvolgimento di membri del governo nel ritiro illegale dalle banche di un miliardo di dollari, nel 2014 e nel 2015. Le indagini avrebbero interessato l’allora Ministro dell’Istruzione che oggi è Presidente della Moldava e altri membri del Governo. Non sorprende, quindi, che il nuovo Procuratore Generale, voluto dalla Sandu, abbia deciso di non proseguire le indagini iniziate dal suo predecessore.

 

Lo stesso articolo, indirizza l’attenzione dei lettori tedeschi, sull’assenza della politica nel Governo moldavo e la corsa disperata all’adesione a UE e NATO, con la conseguente l’uscita dalla Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) e la rottura delle relazioni con la Russia. Tutto questo nonostante la Moldavia abbia avuto, da sempre, buoni rapporti economici e politici con questo Paese. Ha sempre esportato in Russia i propri prodotti agricoli, privi di un reale sbocco commerciale in Europa, ottenendo in cambio forniture di Gas a buon prezzo. La posizione di membro della CSI rappresenta, allo stato attuale, un problema anche per la Sandu. Ecco perché il suo governo aveva annunciato la risoluzione di altri sette accordi bilaterali per il 22 novembre.

 

Da un sondaggio pubblicato a luglio dalla moldava Intellect Group, emerge che oltre il 57% dei moldavi non approva la politica del governo impegnata a disgregare le relazioni con la Russia. La stessa percentuale d’intervistati ritiene che la Sandu dovrebbe recarsi a Mosca per discutere del prezzo del gas e di altre questioni importanti e centrali per la Nazione. Solo il 16,4% degli intervistati sostiene una riduzione dei rapporti con questo Paese, il resto non ha espresso un’opinione in merito.

 

«Sappiamo bene ormai che per “Democrazia occidentale” s’intende un Governo che non tiene conto della volontà del suo popolo. Nelle ultime elezioni comunali, il presidente della Moldavia, la cittadina rumena Maia Sandu, ha tenuto fede a questo principio europeo in modo esemplare», ha osservato Thomas Röper.

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteIl CEO Bijan Burnard fonda il più grande centro di sviluppo della tecnologia blockchain di Monaco
Articolo successivoUna categoria sportiva per Donne speciali

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui