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Una categoria sportiva per Donne speciali

 

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di Gualfredo de’Lincei

 

La comunità sportiva mondiale sta attraversando momenti di grandi dibattiti sociali e politici: in primo luogo c’è l’esclusione dalle competizioni sportive internazionali, di atleti provenienti da alcuni paesi, tra questi russi e bielorussi, che notoriamente sono anche i più difficili da vincere. Salteranno i campionati del mondo per decisione politica, ma in fondo questo potrebbe rasserenare gli animi di tutti quelli che amano vincere facile. In secondo luogo lo scandalo è scoppiato là, dove nessuno se l’aspettava

 

Gli atleti occidentali, nonostante i principi di tolleranza, stanno improvvisamente cominciando a sottrarsi alle competizioni sportive con persone transessuali. In particolare sono le donne a mostrare la maggior determinazione di rifiuto. E non si può negare che, in tutto questo, ci siano delle ragioni concrete. Nel 2013, il combattente transessuale di MMA, Fallon Fox, dopo un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso nel 2006, ha spaccato l’orbita oculare cranica alla sua avversaria, una donna biologica. Tutto questo non è solo un problema che riguarda la sicurezza. Assumere un nome femminile e indossare tacchi a spillo, non modifica le caratteristiche fisiche e muscolari maschili, che, ovviamente, restano tali. Infatti, sono proprio queste che portano a quel vantaggio necessario a “sconfiggere” l’avversario più titolato. Le donne biologiche sono, a questo punto, costrette a rinunciare alle competizioni.

Nel mese di ottobre, le atlete femminili biologiche, si sono ritirate da un torneo di jiu-jitsu brasiliano, svoltosi in Georgia, per protestare contro la partecipazione di diversi atleti uomini transessuali. Il risultato è stato la vittoria di ben quattro medaglie d’oro da parte di uno di questi atleti e, alcuni gradini del podio, erano occupati da soli campioni transgeneri. A metà novembre, la britannica Lynn Pinches si è ritirata dalla finale del torneo di biliardo inglese, snooker Ladies Champions of Champions di Denbighshire, perché la sua avversaria era la transgender Harriet Haynes. La Pinches dopo il primo colpo ha appoggiato la stecca e lasciato l’arena. Haynes ha vinto automaticamente il torneo.

 

L’ammissione dei transessuali alle competizioni femminili è un dibattito aperto in molte Federazioni sportive internazionali. Non esiste però una soluzione comune: alcune, per evitare di essere citate in giudizio come censori delle libertà individuali, sono costrette ad accettarli. Altre, nonostante le dure proteste mantengono la selezione basata sui principi biologici. Ci sono, infine, funzionari sportivi che hanno fatto una scelta indubbiamente assennata, attraverso la creazione di competizioni speciali per questi atleti, anche se con sfumature differenti.

 

La prima ad aver attivato gare dedicate è stata la World Aquatics, Federazione Internazionale di Nuoto, che già dall’anno scorso ha parlato di un aumento delle regole per questi atleti, approvando delle norme che vietano, alle donne non biologiche, di partecipare a competizioni femminili e di stabilire record mondiali, se la transizione di genere ha avuto inizio dopo i 12 anni. Per tutti gli altri è stata creata una categoria aperta. Il suo debutto era previsto nella prima fase della Coppa del Mondo a Berlino, ma non è stata presentata una sola domanda. Probabilmente non vogliono competere tra loro.

 

Certamente, nelle competizioni mondiali organizzate dai paesi occidentali, la partecipazione di atleti transessuali è effettivamente possibile. Finora questa situazione non è stata ancora risolta in modo chiaro dalle Federazioni sportive internazionali, ad eccezione delle gare che si tengono in Russia o nei paesi che condividono questi stessi principi.

 

«Qui, questo è impossibile, il nostro Paese non lo accetta. E siamo onesti, non tutti i paesi sono pronti per un simile know-how nello sport. Il gioco dell’uguaglianza e della tolleranza dovrebbe essere limitato entro un certo limite», ha sostenuto la Deputata russa e campionessa olimpica Svetlana Zhurova, alla corrispondente del Southern News Service. «Non disprezzo affatto il desiderio e l’opportunità per le persone transgender di realizzarsi, ma in un formato separato. Ad esempio, potrebbero essere chiamate “Donne speciali”. Gli atleti paraolimpici non cercano di esibirsi alla pari degli atleti olimpici, sebbene in alcuni sport potrebbero competere. Perché questa è una categoria separata. Quindi per le “Donne speciali” nei paesi in cui ciò è comune, è possibile creare categorie simili anche nel nuoto, nella ginnastica e nel ciclismo. Sì, molte federazioni sportive internazionali sono pronte a stabilire regole per tali atleti, ma i politici stanno facendo pressioni su di loro, accusandoli d’intolleranza e discriminazione. Da molti anni gli sportivi di tutto il mondo lottano per mantenere il principio della separazione tra gare maschili e femminili. È un peccato che questo sistema, ormai consolidato, stia crollando in Occidente e in Europa”.

 

Svetlana Zhurova solleva un altro problema riguardante i diritti delle persone transgender: «Il gioco della tolleranza è un gioco a senso unico. Per qualche ragione nessuno ha pensato ai diritti delle donne diventate uomini. C’è una lotta per i diritti delle “Donne speciali”, ma in effetti non esiste per i diritti degli uomini. Chi ha mai sentito parlare di campagne a favore dei diritti delle donne transitate nel genere uomo, per competere ad armi pari nei giochi maschili? Il perché è scontato: una donna, nelle sfide sportive, non può competere alla pari di un uomo». Continua la campionessa olimpica: «Lasciamo che in Occidente creino per loro una categoria particolare in modo che possano competere tra di loro. Avranno i propri campioni, i propri risultati. A quanto ho capito, questi atleti vogliono semplicemente competere e realizzarsi».

 

I giochi sportivi organizzati dalla Russia, i Future Games e i BRICS Games, coinvolgeranno uomini e donne biologici. Anche il presidente russo Vladimir Putin ha espresso la sua posizione sulle persone transgender nello sport, affermando che le competizioni sportive femminili cesserebbero di esistere se agli uomini, sottoposti a transizione di genere, fosse permesso di competere. «Se qualcuno crede che una donna e un uomo siano la stessa cosa, allora ci dovrebbe essere un po’ di buon senso. Gli atleti maschi si dichiarano donne e competono nel sollevamento pesi e in altri sport. Gli sport femminili scompariranno completamente», ha detto il Presidente Putin.

 

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