Advertisement

Ciò che le contraddizioni del regime iraniano e le dimostrazioni di potenza post-attentato di Kerman non possono nascondere

 

Advertisement

Sono passati diversi giorni dall’ esplosione di ordigni ad una cerimonia a Kerman, tenuta per onorare l’ uccisione del comandante della Forza Quds  Qassem Soleimani, causando la morte di decine di partecipanti. Tuttavia, piuttosto che ottenere chiarezza, la situazione rimane avvolta nell’incertezza. Inoltre, le dichiarazioni contraddittorie e le azioni dei funzionari dello stato iraniano infittiscono ulteriormente il mistero.

 

Poche ore dopo la notizia, gli iraniani sia in patria che all’estero hanno inondato i social media in lingua persiana, accusando il regime di aver orchestrato l’attacco. Basandosi su eventi passati come l’ attentato  al santuario dell’Imam Reza nel 1994 e numerosi altri casi in cui il regime ha commesso crimini ed ha attribuito la colpa ai suoi nemici, gli iraniani di varie affiliazioni politiche hanno puntato il dito all’unanimità  contro lo stato.

 

Diverse domande sono emerse per quanto riguarda l’incidente di Kerman. Perché la figlia di Soleimani non era presente a Kerman al momento dell’incidente? Perché i leader dell’IRGC,  i funzionari statali e i presunti ammiratori di Soleimani erano assenti alla cerimonia principale? Inoltre, sorgono preoccupazioni per il fatto che la maggior parte delle vittime di kerman siano persone comuni e scolari. Il bilancio iniziale delle vittime è stato annunciato come 103 e successivamente ridotto, sollevando ulteriori indagini sull’accuratezza delle informazioni fornite.

 

Il 7 gennaio, nonostante l’assertiva affermazione dell’agenzia di stampa statale Mehr che “tutti gli autori degli attacchi terroristici di Kerman sono stati catturati“, ha riferito l’Agenzia France Presse,” L’Iran è accusato dall’Occidente di svolgere un ruolo chiave nei disordini che affliggono il Medio Oriente, ma i doppi attentati rivendicati dai jihadisti del gruppo dello Stato islamico sono un acuto promemoria delle sue debolezze interne, dicono gli analisti.”

 

Domenica 7 gennaio, Ali Tavkolli, capo dell’Organizzazione giudiziaria delle Forze armate della provincia di Kerman, ha affermato che più di 64 bombe sarebbero dovute esplodere in tutto l’Iran quel giorno e che i responsabili erano stati arrestati. “In precedenza, 16 bombe pronte ad esplodere sono state scoperte a Kerman, realizzate appositamente per il Cimitero dei Martiri e il santuario del Martire Soleimani.”

 

In effetti, queste dichiarazioni, destinate a proiettare forza, hanno invece sottolineato le vulnerabilità della sicurezza del regime, mettendo in dubbio l’efficacia delle loro misure.

 

In meno di 24 ore, l’agenzia di stampa Fars, attraverso una dichiarazione delle Pubbliche relazioni dell’IRGC, ha confutato l’affermazione che  una bomba sia stata disinnescata dall’unità di controllo e artificieri dell’IRGC a Kerman. L’hanno liquidata come la creazione di notizie e narrazioni false per istigare l’insicurezza nel paese.

 

Sembra che le reazioni sociali abbiano avuto  un considerevole sui funzionari del regime nonostante le loro smentite ufficiali. In risposta al diffuso malcontento pubblico seguito agli attentati di Kerman e alle domande sulla figlia di Soleimani che non partecipa alla cerimonia di anniversario di suo padre, insieme all’assenza di altri funzionari statali, Ali Tavkolli, capo dell’Organizzazione giudiziaria delle Forze armate della Provincia di Kerman, ha osservato: “Coloro che suscitano illazioni nelle menti delle persone su Internet e si impegnano a diffondere bugie saranno sicuramente identificati e arrestati.”

 

Lo stesso giorno, il sito web statale Tabnak ha riportato l’arresto di decine di utenti dei social media, accusandoli di insultare “i martiri di Kerman.”

 

Nel frattempo, Mohammad-Baqer Qalibaf, il presidente del Parlamento del regime, ha affrontato l’ondata di malcontento sociale e animosità verso il regime guerrafondaio ,comprese le reazioni agli attentati di Kerman, durante la sessione parlamentare del 7 gennaio.

 

Qalibaf ha detto: “Dopo l’operazione di assassinio di Kerman, coloro che in genere minimizzano le malefatte del regime sionista e degli Stati Uniti hanno lavorato attivamente per indebolire l’unità nazionale contro il terrorismo cieco. È imperativo che le autorità responsabili agiscano in conformità con la direttiva del Leader Supremo, con l’obiettivo di sopprimere e punire giustamente coloro che sono coinvolti in questo tragico evento.”

 

Indipendentemente dalla retorica o dalle azioni del regime, indipendentemente dal numero di utenti dei social media che arresta e riempie le sue prigioni, la memoria storica di eventi come l’abbattimento dell’aereo PS 752, l’improvviso aumento del prezzo della benzina del 2019 e una moltitudine di altri casi segnati da bugie e narrazioni inventate negli ultimi quattro decenni ha intensificato la sfiducia e il disgusto tra il popolo iraniano. È chiaro che, in base alle loro esperienze, i cittadini  non crederanno a nessuna narrazione che il regime propone.

 

Esmail Gerami-Moghadam, in un’intervista del 12 settembre 2023 al quotidiano statale Etemad, ha sottolineato i diversi sentimenti all’interno della popolazione, notando: “Siamo di fronte a  molteplici reazioni  della gente. Alcuni sono andati oltre ogni limite e non  pensano a nient’altro se non  a rovesciare il regime.”

 

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteUCRAINA, M5S: NON SI PUO’ PARLARE DI PACE E INVIARE ARMI
Articolo successivoATTUALITÀ, A LIVELLO GLOBALE SOLO 6 LEADER SU 10 (62%) SONO PRONTI AD ACCOGLIERE L’AI IN AZIENDA

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui