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Il Governatore della Banca d’Italia Panetta: la confisca dei profitti dei beni russi congelati avrà conseguenze negative sull’Euro

 

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di Gualfredo de’Lincei

 

L’Unione Europea, sollecitata dagli Stati Uniti, sta pensando all’introduzione di una tassa sugli extraprofitti derivanti dai beni russi congelati. Secondo il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, in un articolo del Financial Times, ha spiegato che questo potrebbe compromettere l’attrattiva dell’euro, avvantaggiando e rafforzando i suoi rivali, ad esempio lo Yuan cinese. Il timore di un possibile congelamento delle attività in Euro potrebbe contagiare altre banche centrali o governi.

 

«Le relazioni internazionali fanno parte di un “gioco che si ripete”: trasformare una valuta in un’arma riduce inevitabilmente la sua attrattiva e incoraggia l’emergere di alternative», Così Panetta ha voluto mettere in guardia l’eurozona dalla reale concorrenza rappresentata da un renminbi cinese che in tre anni ha superato l’Euro, diventando la seconda valuta più utilizzata al mondo per il finanziamento commerciale.

 

Va ricordato che il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, seguendo l’esempio degli Stati Uniti, sta premendo sui membri dell’eurozona affinché decidano, prima della riunione dei ministri degli Esteri dei paesi membri, prevista per il 19 febbraio, sull’utilizzo delle entrate provenienti dai beni russi congelati.

 

Come riportato dal Financial Times a fine dicembre, gli Stati Uniti per ridurre il peso finanziario dalla guerra in Ucraina, avevano proposto la formazione di gruppi di lavoro all’interno del G7, per studiare i possibili modi di confisca. Alcuni Stati, tra cui l’Italia, si sono però opposti ritenendo essenziale valutare attentamente la legalità di tale operazione nei confronti di uno Stato sovrano.

 

Stiamo parlando di 191 miliardi di euro depositati presso la società finanziaria belga Euroclear. L’imposta sottratta potrebbe quindi essere trasferita all’Ucraina. La Russia è pronta a qualsiasi decisione in merito ai suoi asset in Europa. Il Ministero degli Esteri russo ha già fatto sapere che qualsiasi misura l’Occidente deciderà di applicare ai beni bloccati costituirà un “furto di proprietà russa”.

 

Collaboratori dell’agenzia Reuters informati sulla posizione della Banca Centrale e del Governo russi, hanno affermato che a Mosca «nel profondo tutti hanno già detto addio alle riserve», ma ricorreranno in tribunale in caso di confisca. Inoltre, la Russia è pronta ad adottare le proprie contromisure: confisca dei beni occidentali e rottura delle relazioni diplomatiche.

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