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La conferenza internazionale del Ramadan condanna l’oppressione e il terrorismo del regime iraniano

La sera di sabato 16 marzo, importanti personalità si sono riunite ad Auvers-sur-Oise, presso Parigi, per una conferenza celebrativa dell’avvento del Ramadan. Ospitato dalla signora Maryam Rajavi, presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (NCRI), l’evento ha attirato un pubblico eterogeneo, tra cui figure politiche e rappresentanti dei Parlamenti di varie nazioni islamiche e arabe, tutti uniti nella loro condanna delle azioni del regime.

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Gli argomenti chiave di discussione ruotavano attorno al ruolo del regime dei mullah nell’incitare al conflitto e nel perpetrare atrocità, nonché all’urgente necessità di cambiare regime in Iran per promuovere la pace e l’unità in Medio Oriente.

Tra i relatori alla conferenza c’erano Riad Yassin, l’ambasciatore yemenita in Francia; il signor Eid Muhammad Raja Al-Naimat, membro del Parlamento giordano; la dottoressa Sihem Badi, ex ministra tunisina per gli Affari Femminili; Musa Khalaf Al-Maani, ex ministro consigliere del primo ministro della Giordania; il dottor Barakat Awjan, ex ministro della Cultura giordano; Nazir Hakim, ex segretario generale della Coalizione Siriana; Tahar Boumedra, ex capo dell’Ufficio per i Diritti Umani dell’UNAMI e rappresentante dell’Alto Commissario per i Diritti Umani in Iraq; lo sceicco Dhaou Meskine, segretario generale del Consiglio degli imam di Francia e Khalil Merroun, rettore della moschea Grand Evry in Francia e co-presidente del Comitato dei musulmani in Francia contro l’estremismo e per i diritti umani.

Nel suo discorso, Maryam Rajavi ha evidenziato l’impatto devastante del regime clericale nella regione del Medio Oriente, notando il suo ruolo nel causare la morte e la divisione tra i musulmani, nonché la sua distorsione dei principi islamici. Lo ha contrapposto all’Islam autentico e democratico sostenuto dall’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (OMPI/MEK), indicando la sua opposizione alla misoginia e alla coercizione religiosa.

Inoltre, la signora Rajavi ha condannato lo sfruttamento della causa palestinese da parte del regime per il proprio interesse, descrivendola come una distrazione dalle crisi interne.

La presidente-eletta del CNRI ha anche discusso la politica del regime di esportare il terrorismo e il fondamentalismo e ha avvertito della crescente aggressività del regime, in particolare negli ultimi anni.

Ricordando gli avvertimenti passati sulla minaccia globale rappresentata dal fondamentalismo islamico, la signora Rajavi ha indicato l’impegno della Resistenza iraniana per i diritti delle donne e le interpretazioni progressiste dell’Islam, in contrasto con le credenze reazionarie del regime iraniano al potere.

Ha evidenziato il significato storico della lotta dell’OMPI per l’uguaglianza delle donne, risalente ai primi giorni del dominio di Khomeini. Nonostante l’oppressione del regime, l’OMPI ha permesso a innumerevoli donne e ragazze di unirsi alla resistenza contro la tirannia religiosa. Facendo parallelismi con la campagna del profeta Maometto contro l’ignoranza e la misoginia, la signora Rajavi ha evidenziato l’importanza simbolica di Fatima, la figlia del Profeta, come campionessa dei diritti delle donne nell’Islam.

La signora Rajavi ha affermato che l’impotenza del regime risiede nella sua incapacità di sopprimere l’Islam progressista sostenuto dall’OMPI e che il CNRI sostiene la separazione tra religione e Stato, nonché il principio della libertà religiosa.

Moderando la conferenza, Ahmad Kamel, un membro di primo piano dell’opposizione siriana, ha evidenziato la manipolazione della causa palestinese da parte del regime iraniano e il suo ruolo destabilizzante nella regione. Ha messo in guardia contro lo sfruttamento da parte del regime della questione palestinese per la propria agenda e ha esortato a porre fine alla sua ingerenza negli affari regionali. Il signor Kamel ha indicato la necessità di un sostegno globale per affrontare l’impatto negativo del regime sia sugli iraniani che sul Medio Oriente in generale.

Nel suo discorso, il dottor Riad Yassin ha pregato per un anno di amore e di pace indicando la necessità di sconfiggere le milizie Houthi sostenute dal regime iraniano. Lodando la resilienza della Resistenza iraniana contro il regime dei mullah per oltre quattro decenni, ha lodato questo impegno in circostanze difficili. Il dottor Yassin ha anche evidenziato l’importanza delle rivolte interne in Iran come indicatori della fermezza della nazione contro l’oppressione del regime.

Passando alle preoccupazioni regionali, l’ex ministro degli Esteri yemenita ha espresso allarme per la militarizzazione dell’area di Bab al-Mandab, notando la maggiore presenza di navi da guerra, che rappresenta una minaccia per la stabilità regionale. Inoltre, ha criticato le azioni degli Houthi come illogiche e volte a distogliere l’attenzione globale dalla situazione a Gaza. Li ha accusati di cercare di ottenere vantaggi politici attraverso tattiche populiste, esortando tutti i Paesi a riconoscere e condannare queste provocazioni.

In conclusione, l’ambasciatore yemenita in Francia ha ribadito la necessità di una consapevolezza internazionale sulle attività degli Houthi e ha esortato a un’azione collettiva per affrontare le minacce poste dalle milizie sostenute dall’Iran.

Il signor Eid Muhammad Raja Al-Naimat ha lamentato la divisione e la discordia che affliggono le nazioni musulmane, attribuendole a fattori di decadimento e influenze esterne che sconvolgono l’equilibrio del potere. Ha criticato i regimi oppressivi all’interno della regione, in particolare il regime iraniano, accusandoli di aggressione e sfruttamento.

Concentrandosi sulla situazione del popolo palestinese, il deputato giordano ha condannato la violenza in corso a Gaza, etichettandola come una macchia di vergogna per la comunità globale. Ha parlato di sofferenza sproporzionata subita dai civili, in particolare donne e bambini, a seguito di attacchi e blocchi incessanti. Affermando la solidarietà con Gaza e denunciando l’indifferenza internazionale, Al-Naimat ha indicato la necessità di sostegno collettivo e difesa contro l’aggressione e ha evidenziato la responsabilità delle nazioni musulmane di affrontare le cause profonde dell’instabilità e del terrorismo, attribuendone gran parte alle azioni del regime iraniano.

Riflettendo sulla resilienza della Resistenza iraniana nell’ultimo anno, la dottoressa Sihem Badi ha evidenziato la sua fermezza di fronte all’oppressione e alla tirannia inflitte dal regime iraniano. Nonostante i tentativi di isolare la Resistenza, la dottoressa Badi ha notato un aumento del sostegno nazionale e internazionale, nonché il crescente isolamento del regime evidenziato dalla bassa affluenza alle urne nelle recenti elezioni.

Attirando l’attenzione sulle ingiustizie e l’oppressione del regime, l’ex ministra tunisina per gli Affari Femminili ha osservato come siano una violazione dei principi islamici e un abuso degli insegnamenti della religione. Ha criticato la distorsione da parte del regime dell’Islam, della buona governance e della democrazia, evidenziando il suo distacco dai principi tolleranti e giusti della fede.

Invitando all’unità nella lotta contro i regimi oppressivi, la dottoressa Badi ha chiesto solidarietà e resistenza per liberare non solo l’Iran, ma tutte le regioni che soffrono sotto la dittatura.

Il signor Musa Khalaf Al-Maani ha paragonato le lotte dei popoli iraniano e palestinese, evidenziando la loro resilienza di fronte all’oppressione e alle avversità. Ha notato la loro condivisa ricerca di libertà e dignità e i sacrifici fatti da entrambi nella ricerca della giustizia.

Indicando gli oppressori, l’ex ministro consigliere del primo ministro della Giordania ha identificato i mullah iraniani come perpetratori di ingiustizia e tirannia. Ha elogiato la determinazione incrollabile di coloro che resistono all’oppressione, affrontando l’oscurità con coraggio e valore.

Tracciando parallelismi tra le lotte in Iran e in Palestina, Al-Maani ha affermato che entrambe le nazioni sono unite nella loro ricerca della liberazione. Ha espresso fiducia nell’eventuale caduta del regime clericale, prevedendo un futuro segnato dalla vittoria e dalla liberazione.

Il dottor Barakat Awjan ha elogiato la signora Rajavi per la sua ferma leadership nel movimento di resistenza, lodando la sua dedizione al ripristino della dignità e della giustizia. L’ha salutata come un esempio di verità e di riforma, sollecitando benedizioni sui suoi instancabili sforzi.

Il dottor Awjan ha evocato con passione la difficile situazione del popolo palestinese, in particolare di quelli di Gaza. Ha criticato le false promesse di assistenza fatte dal regime iraniano, evidenziando la delusione e la rabbia che ha suscitato tra gli oppressi.

Riflettendo sulle lezioni tratte dai conflitti in corso, l’ex ministro della Cultura giordano ha affermato l’inevitabilità della vittoria per gli oppressi e del crollo dei regimi ingiusti.

Il dottor Awjan ha anche evidenziato l’importanza degli sforzi collettivi nel guidare l’Iran verso un futuro di libertà e dignità. Ha lodato la posizione chiara e incrollabile della signora Rajavi, presentandole un dono, un santo Corano, che simboleggia l’eredità e la solidarietà giordana.

Il signor Nazir Hakim ha elogiato la Resistenza iraniana per la sua fermezza di fronte alla corruzione e all’ingiustizia perpetrate dal regime dei mullah. Attingendo al Corano, Hakim ha affermato che il regime dei mullah si ritrae falsamente come una forza di riforma perpetuando la corruzione e l’oppressione. Ha condannato le azioni del regime, che hanno causato sofferenza non solo in Iran ma anche nei Paesi vicini come Siria, Iraq, Libano, Yemen e in Palestina.

In particolare, l’ex segretario generale della Coalizione Siriana ha lamentato il ruolo del regime di Bashar al-Assad in Siria, che ha permesso e sostenuto l’influenza distruttiva del regime iraniano. Ha denunciato il coinvolgimento del regime nel traffico di droga e ha chiesto la fine del suo programma nucleare e delle sue attività per procura.

Riflettendo sulla propria esperienza dopo la rivoluzione iraniana, Hakim ha ribadito l’importanza di sostenere il movimento di Resistenza guidato dalla signora Rajavi, ha evidenziato i sacrifici del movimento e ha chiesto unità per rovesciare il regime oppressivo.

Elogiando le recenti vittorie ottenute dalla Resistenza iraniana sotto la guida della signora Maryam Rajavi, Tahar Boumedra ha iniziato le sue osservazioni indicando l’universalità e la natura non negoziabile dei diritti umani, in particolare di fronte alla terribile situazione a Gaza e in Palestina. Ha criticato le entità che affermano di difendere i diritti umani ma non sono riuscite a sostenerli in modo efficace.

Nonostante queste carenze, il signor Boumedra ha riconosciuto il ruolo cruciale del sistema delle Nazioni Unite e ha evidenziato l’incapacità del loro segretario generale di affrontare adeguatamente le violazioni dei diritti umani.

Rivolgendo la sua attenzione alle recenti vittorie ottenute dalla Resistenza iraniana, l’ex capo dell’Ufficio per i Diritti Umani dell’UNAMI e rappresentante dell’Alto Commissario per i Diritti Umani in Iraq si è congratulato con la signora Maryam Rajavi per la sua leadership nel chiedere che si giunga a sentenze legali contro gli autori di crimini contro l’umanità. Ha menzionato specificamente la condanna di Hamid Noury da parte di un tribunale svedese per il suo ruolo nei crimini contro l’umanità nel 1988, così come la condanna di Assadollah Assadi a Bruxelles per avere tramato crimini contro la Resistenza iraniana.

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