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«Se si cambiano le regole in corso, non è un problema nostro». Daniela Santanchè, senatrice di Fratelli d’Italia, esprime il proprio parere rispetto alle dichiarazioni del ministro Mariastella Gelmini, che sul Corriere della Sera, aveva dichiarato che nella scelta del candidato premier bisognava tener conto di chi si stava rimboccando le maniche per tirare l’Italia fuori dalla crisi. Per quanto riguarda le amministrative, invece, chiede a Salvini un tavolo e soprattutto esorta chi fa i nomi a verificare prima la reale disponibilità.

Santanchè, Fratelli d’Italia supera il Pd nei sondaggi, ma la Gelmini dice che la scelta di rimboccarsi le maniche per tirare l’Italia fuori dalla crisi dovrà avere un peso. Non vale più la regola che il premier va a chi prende più voti nella coalizione?
«Fino a questo momento, si è sempre detto che tutti i partiti della coalizione avessero la possibilità di esprimere il candidato premier. Se si cambiano le regole in corsa, non è un problema nostro».

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Mentre l’Italia resta chiusa, arrivano 65 mila migranti. Non le sembra un controsenso?
«Assolutamente sì. Gli italiani non hanno la libertà di uscire all’ora di casa che vogliono, né quella di poter lavorare, tenendo aperte le loro aziende. C’è tanta gente, infatti, che ha voglia di produrre e non può. In compenso, invece, i clandestini possono arrivare e per una parte della politica essere accolti, garantendogli anche ciò che spesso ai nostri concittadini non è concesso».

Riaperture, Giorgetti accusa gli alleati di bloccare la ripartenza nel Paese. Le larghe intese pro Draghi rischiano di saltare?
«Per quanto ci riguarda, non sarebbero mai dovute nascere. Si sarebbe dovuto andare alle elezioni e chiedere agli italiani da chi volevano essere governati. D’altra parte, non si può mettere insieme le pere con le mele. Stiamo parlando di forze che si sono presentate con programmi diversi e addirittura contrapposti. Vedo, quindi, molto difficile trovare una sintesi».

A proposito di chiusure, l’attuale premier ritiene stia facendo meglio di Conte?
«Dopo un anno stiamo peggio. Il 18 maggio scorso non c’era il coprifuoco e potevamo mangiare al ristorante al chiuso a pranzo e a cena. Adesso non si può, come dodici mesi fa e soprattutto con la differenza che c’è una campagna vaccinale in corso. In termini di libertà, quindi, rispetto a un anno fa non è cambiato nulla, anzi la situazione è peggiorata».

Amministrative, nel centrodestra, nella gran parte dei capoluoghi di Regione, spunta un candidato al giorno. E’ venuto il momento di trovare una sintesi all’interno della coalizione?
«Non solo si deve trovare una sintesi, ma soprattutto quando si fanno dei nomi, bisogna chiedere ai diretti interessati la disponibilità o meno a essere candidati».

Considerando la storia del partito nella capitale, il capolista spetta a Fratelli d’Italia?

«Aspettiamo che Salvini convochi il tavolo. Poi si deciderà sul candidato migliore. L’unica certezza è che noi vogliamo vincere».

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