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QUANDO LA PENA DI MORTE AVREBBE ANCHE UNA GIUSTIFICAZIONE QUASI ETICO-MORALE !

L’excursus che ha caratterizzato la transazione dalle ex Unione Repubbliche socialiste sovietiche, URSS, all’attuale oligarchia russa è noto. L’altra sera, le emittenti televisive italiane hanno fatto vedere i personaggi che hanno tenuto le redini di questo impero: dalle foto anche un cieco vedeva molto e molto nitidamente che il comune denominatore  facente parte di detti personaggi era il pieno di…wodka, stante il fatto che alcuni traballavano, altri balbettavano non certo per disfunzioni delle corde vocali, altri ancora dovevano essere sorretti (senza essere visti) alla schiena per non cadere. L’unico che non era e non è portatore di dette vituperabili “disfunzioni”, è Wladimir Putin, il quale, mostrandosi completamente “astemio da wodka”, almeno in pubblico, ha messo in evidenza una muscolatura asettica, fredda, stabile che, sicuramente,  egli ha metabolizzato in sede KGB.

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A mio avviso, un personaggio della specie è indegno di far parte di qualsiasi tipo di società in quanto non è certamente la razionalità che lo contraddistingue, ma uno spirito belligerante acquisito appunto nel suo pregresso politico, insieme con i suoi “amici” che sinora hanno sfruttato il popolo russo, accantonando ricchezze macroscopiche, depositandole sotto nomi diversi, soprattutto nel Regno Unito, negli USA ed altrove, ove queste, dovranno essere comminate gravi sanzioni.

In chiave sociologica, mi viene in mente e tuttora me lo chiedo come un nostro ex capo del governo, abbia fatto a tessere una personale amicizia con Putin, realtà che ha una risposta immediata: probabilmente è prevalsa l’irrazionalità berlusconiana che, come ricordiamo, ha trovato conferma anche nell’adesione alla guerra e morte di Saddam Hussein durante la guerra in Iraq, anche se detta guerra non c’entra con Putin.   Non per niente, non troppo scherzosamente, gli accoliti di Berlusconi dicevano che per risolvere la questione ucraina sarebbe stato necessario un incontro fra Berlusconi e Putin…   Stessa pasta entrambi ? Anche in contesti di natura strettamente personale…

Ora  purtroppo siamo già in guerra: essa però, e questo preoccupa,  sarà diversa da tutte quelle che si sono succedute in quanto, al di là dei morti che pur ci saranno e ci sono già stati, ci sarà il fattore cibernetico a fare la sua parte, capace di mettere in crisi l’intero sistema informatico facente parte delle tecnologie moderne, con esiti imprevedibili anche al di fuori del campo  di guerra specifico.

Ciò che mi sento dire in questo momento è che non avrei mai immaginato che dopo tanti anni di pace ci fosse ancora un guerrafondaio che, molto verosimilmente assuefatto al teatro delle  tante morti, tenute anche nascoste dai regimi dittatoriali, avesse ancora il coraggio di ammazzare, circostanza per la quale, lo dico senza mezzi termini, mi verrebbe da applicare la dicotomia “costi-benefici” nel senso che, invece di far morire migliaia e migliaia di persone, potrebbe farne le spese solo una.  Dio mi castighi per questa mia affermazione, essendo io ancora legato al concetto cristiano secondo il quale solo il Padreterno può stabilire quando è la nostra ora.

In questo caso, mi sentirei proprio di dire che la pena di morte non guasterebbe… come è stato fatto, sia pur in altro modo, per Saddam Hussein e Mu’ammar Gheddafi, realtà anche queste che cristianamente non ho certo condiviso.

Concluderei dicendo che non ne sono proprio sicuro che la Russia abbia capacità operative per avere la meglio in quanto essa avrà certamente tutti contro, fors’anche la Cina che, ultimamente, aveva tessuto relazioni economiche non di poco conto  anche con gli avversari di Putin.

Sorvolerei anche sul recente incontro fra Putin e Xi Jinping, sia pur trovando una strana analogia con riferimento ai fatti  di Taiwan per Xi Jinping  e Crimea per Putin di qualche anno fa.

Staremo a vedere: in una settimana si capirà tutto.

Arnaldo De Porti

Belluno Feltre

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