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Il mercato dell’arte contemporanea: 
una rivincita al femminile

 

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Il ruolo delle donne nella storia dell’arte, nel mercato e nel sistema attuale raccontato da Silvia Anna Barrilà e Marilena Pirrelli, docenti della 24ORE Business School, durante l’open lesson dedicata al tema dell’Empowerment Femminile

Escluse per secoli dalla professione di artista e dalle accademie, considerate muse più che protagoniste, oggigiorno il contributo delle donne alla storia dell’arte è stato riconsiderato dalle istituzioni, segnalando un’inversione di tendenza e valori

 

 

Milano, 22 marzo 2022 – In Italia la disparità di genere continua a essere un grande ostacolo, in quanto gli stereotipi continuano a essere presenti negli ambiti lavorativi, tra cui anche nel settore culturale e creativo. Basti pensare che negli ultimi quarant’anni su 1,5 milioni di aste d’arte effettuate, le opere vendute realizzate da autrici femminili hanno registrato un guadagno inferiore quasi al 48% rispetto ai dipinti realizzati da artisti uomini, lo attesta uno studio di Renée B. Adams, Roman Kraeussl, Marco A. Navone e Patrick Verwijmeren.
Inoltre, nonostante la presenza femminile nell’organigramma dei musei e della gestione dei beni culturali in genere sia molto elevata, spesso non interessano ruoli prettamente dirigenziali.

Tuttavia, attualmente l’attenzione nei confronti delle artiste è molto cresciuta: le istituzioni e il mercato hanno riscoperto le donne e hanno avviato una revisione della narrazione storico artistica. È proprio questa inversione di tendenza che è stata messa in luce da Marilena Pirrelli, giornalista de Il Sole 24 Ore e ideatrice di Arteconomy24, e Silvia Anna Barrilà, collaboratrice della testata, entrambe docenti alla 24ORE Business School. Il tema affrontato durante l’Open Lesson Il mercato dell’arte contemporanea: una rivincita al femminile si inserisce perfettamente nell’ambito del Master Economia e Management dell’Arte e della Cultura, all’interno del quale viene svolto ogni anno un Project Work sulla valorizzazione dell’arte al femminile.

Ogni anno, proponiamo ai nostri studenti di realizzare un’analisi approfondita della realtà dell’arte al femminile – racconta Silvia Anna Barrilà, collaboratrice di Arteconomy24 e docente della 24ORE Business School è un lavoro che svolgiamo insieme a loro e che ha portato all’approfondimento della produzione delle Surrealiste, delle protagoniste di movimenti quali l’Arte Concreta e delle artiste femministe degli anni Settanta. Durante l’ultima edizione del Master a Milano, ad esempio, sono state analizzate le carriere di sei personalità femminili del Novecento quali Regina Cassolo Bracchi, Elisa Montessori, Irma Blank, Nanda Vigo, Renata Boero e Anna Valeria Borsari: queste sei artiste appaiono molto dirette, consapevoli, coinvolte e portatrici di messaggi profondi e autentici, testimoniando le trasformazioni delle svolte che si sono verificate nella storia dell’arte contemporanea”.

Il ruolo delle donne nella storia dell’arte è cominciato a cambiare sulla scia dei movimenti femministi, il più recente il #metoo, permettendo alle artiste di inserirsi nel mercato e nel sistema attuale. Artiste molto diverse tra di loro che, progressivamente, hanno raggiunto un riconoscimento sia dal punto di vista critico che economico con quotazioni sempre più elevate, insediandosi tra gli uomini che detengono i record nel settore.

A partire dagli anni Settanta, grazie alla presa di coscienza di questa discriminazione e oppressione del genere femminile – spiega Marilena Pirrelli, giornalista de Il Sole 24 Ore, ideatrice di Arteconomy24 e docente della 24ORE Business Schoollo scenario artistico ha iniziato a popolarsi di interpreti in grado di mettere a punto un cambiamento radicale attorno al concetto stesso di arte, valorizzando il proprio ruolo e facendosi riconoscere come artiste qualificate, degne di uguali opportunità e diritti. Successivamente, questa presa di posizione le ha portate ad acquisire sempre più fama e visibilità a favore di una sorta di rivincita delle eccellenze femminili. Lo dimostra Cecilia Alemani, nominata curatrice della 59. Esposizione Internazionale d’Arte, con la presentazione del progetto di mostra ‘Il latte dei sogni’ che ridisegna nuove forme di soggettività e nuove anatomie”.

Insomma, oggi appare ormai necessario un cambio di paradigma così come evidenziato al  Women Political Leaders Summit 2021 con la presentazione del programma Europa Creativa 2021-2027, strumento atto a riequilibrare il gap esistente, oltre ad essere volto all’innovazione e alla creazione di nuovi linguaggi attraverso la liberazione di nuove energie, idee e punti di vista alternativi.

 

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24ORE Business School 

24ORE Business School è la prima scuola di formazione digitale italiana. Nata nel 1993 per formare manager, professionisti, neolaureati e neodiplomati e aiutarli a definire e a realizzare il loro percorso professionale con un’offerta innovativa e differenziata per industry e aree tematiche. Registra circa 15 mila studenti annui tra giovani neolaureati, manager e professionisti. Duemila studenti all’anno sono stati inseriti nel mondo del lavoro con tassi di conferma superiori al 95%. Garantisce una formazione completa in linea con le esigenze di mercato, grazie a una faculty unica composta da docenti, manager d’azienda, consulenti e giornalisti italiani e internazionali con esperienza diretta di settore, approccio pragmatico e orientato al business.

24ORE Business School è controllata da Palamon Capital Partners, fondo d’investimenti inglese che ha investito con successo in formazione sia in Europa che in America e ha acquistato la proprietà della società da Il Sole 24 ORE.

 

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