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Riassunto:  L’ISTAT ci comunica che in Italia l’inflazione sta diminuendo.

Bella notizia, ma mi sembrano dati francamente sballati. Ma “Tutto va ben madama la marchesa” e soprattutto non bisogna che la piazza si agiti: sinistra e PD al governo impongono pace sindacale e niente proteste, anche perchè se la gente ragionasse di più sulla realtà e sulle conseguenze economiche e non solo energetiche della nostra posizione ufficiale sull’Ucraina, l’Europa e Draghi non vivrebbero giorni felici.

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E’ quindi in atto una deformazione incredibile dei fatti, dove perfino Papa Francesco passa per sotterraneo “supporter” di Putin solo perché sottolinea delle ovvietà: se l’Occidente vuole davvero la pace non deve comportarsi così e se serve un negoziatore allora deve essere super partes, altrimenti la pace non arriverà mai.

Cercate sempre di documentarvi, ci sono sempre tanti aspetti della verità.

 

L’ISTAT CHE VIVE SU MARTE

Sorprese del venerdì: secondo l’ISTAT l’inflazione in Italia è in diminuzione passando dal 6,4% di marzo al 6,2% di aprile.

Un raffreddamento ufficiale dovuto essenzialmente ai prezzi energetici che su base annua da un + 50,9% scendono ad un + 42,4 %, frutto un po’ a scoppio ritardato del contenimento delle accise deciso dal governo il mese scorso.

Vedendo le bottigliette di Coca Cola negli Autogrill a 3,30 euro, i panini a 7 euro e 90 (oltre 15.000 lire!), i prezzi degli alimentari nei supermercati, i menu dei ristoranti, il balzo di ogni fornitura, i prezzi del grano e delle materie prime, il dato ISTAT sembra decisamente anomalo e mi sembra giusto avanzare qualche perplessità.

Chiunque di noi chieda un preventivo per qualcosa scoprirà che rispetto a un anno fa ci sono stati incrementi del 20-30% non del 6%, ma evidentemente è una realtà che l’ISTAT non percepisce, pur essendo evidente a tutti gli italiani.

I primi segnali si vedevano già nell’autunno scorso, subito dopo la pandemia e ancor prima della guerra in Ucraina, con prezzi che all’ingrosso aumentavano a due cifre per una tensione sui trasporti e le materie prime causate anche da un effetto speculativo bene avvertibile.

L’Occidente si è scoperto nudo dopo anni di tregua avendo lasciato in mani altrui – soprattutto cinesi – gran parte dei trasporti intercontinentali, ma anche la filiera delle materie prime e dei semiconduttori. La speculata crisi energetica ha fatto il resto e la guerra ucraina ha poi ulteriormente complicato le cose.

L’aumento dei prezzi è un fenomeno mondiale con la Federal Reserve americana che si appresta a rialzare i tassi, ma l’inflazione si è poi avvitata in Italia più che altrove anche per gli effetti distorti di alcune normative che in apparenza sembravano positive.

Per rilanciare gli investimenti nell’edilizia “green” si è insistito da due anni sulla politica dei “bonus” (in Italia è tutto un bonus estemporaneo, dai monopattini alle vacanze, alla faccia di una declamata strategia economica “virtuosa”) ma visto che ciò è avvenuto in un momento di aumento dei prezzi-base, ecco che alcuni servizi sono aumentati a livello proibitivo e i loro effetti cominciano solo ora a scatenarsi sui prezzi al consumo.

Gli sgravi per ristrutturare le facciate degli edifici, per esempio, hanno portato ad un aumento fino a 3 volte (300%!) dei costi di affitto dei ponteggi, ma sono comunque saliti tutti i componenti dell’edilizia, mediamente ben oltre il 20%: fatevi fare un preventivo! Quel facile slogan “la caldaia te la cambiamo noi” ha praticamente raddoppiato il loro prezzo, dando vita – aspetto più o meno minimizzato –anche a grosse speculazioni con vere e proprie truffe ai danni dello Stato. Si è parlato di 4 miliardi (quattro miliardi!!) di truffe legate ai “bonus”, poi sulla vicenda è calato un ovattato ed omertoso silenzio perché sotto accusa sarebbero dovute finire leggi mal fatte e/o controlli inesistenti.

Ad aumentare i prezzi di tutta la filiera v’è poi come sempre “l’effetto annuncio”.

In altre parole aumento i prezzi del mio prodotto prima ancora che mi arrivino addosso gli aumenti altrui, per salvaguardare comunque il mio profitto.

E’ stato il caso delle compagnie petrolifere con lo scatto dei prezzi dei carburanti alla pompa, anche quando le riserve erano state acquistate prima degli aumenti internazionali.

Gli unici rimasti al palo sono i salari e le pensioni. E’ un momento di grande debolezza sindacale e la presenza del PD e della estrema sinistra al governo garantisce tranquillità all’esecutivo, ma il dato è oggettivo e la protesta sarebbe ben motivata.

In altri momenti il Paese sarebbe sceso in piazza facendo montare la protesta, invece adesso tutti zitti e “Non disturbate il manovratore”.

Bloccata a suo tempo la “scala mobile” proprio per contrastare l’aumento in automatico delle retribuzioni e delle pensioni, il potere d’acquisto delle famiglie sta diminuendo in modo concreto e presto se ne vedranno i contraccolpi anche in termini di consumi.

Ciò dovrebbe rallentare l’inflazione, ma anche portare ad una stagnazione del mercato.

Pur in un sistema di informazioni spesso condizionato dalla politica, leggere che nel primo trimestre del 2022 le vendite di auto sono crollate di oltre un terzo – pur rispetto ai dati certamente non esaltanti di un 2021 e 2020 condizionati dalla pandemia – accende ad esempio un ulteriore segnale di crisi che non può essere sottovalutato. Se a tutto questo si aggiungono gli effetti indiretti della guerra in Ucraina è evidente che dei problemi veri fa comodo non parlarne, ma certamente non si risolvono da soli.

 

LE VERITA’

C’è una verità “ufficiale” che va ossequiata e un’altra sotterranea e nascosta.

La vulgata ufficiale impone di dire che l’Occidente è schierato unanime con l’Ucraina, che gli USA e la NATO sono i “buoni” gendarmi del mondo, che l’ Europa è unanime al loro fianco e sfiderà il diabolico Putin anche a costo di passare l’inverno a pancia vuota e al freddo, sprezzante delle privazioni. In quest’ottica è delittuoso anche solo ospitare il ministro degli esteri russo in TV (che ovviamente racconta la sua versione, che non per questo è quella vera) ed è “provocatorio” lasciarlo parlare, mentre il presidente ucraino in canottiera è il quotidiano depositario del Verbo.

Se invece si ascoltano poi con più calma gli esperti, allora affiora pian piano un’altra lettura dei fatti più critica e diversificata. Quella che accenna alle incongruenze europee, alle conseguenze energetiche, ai timori di una escalation, ai rischi di un’Europa perenne “yesgirl” degli USA. Parlo di esperti veri, di chi le cose le conosce a fondo e da tempo, non dei tuttologi “alla Covid” dell’ultimo minuto, quelli che straparlano nei talk show spesso senza alcuna vera esperienza.

In ogni caso è legittima una pluralità di pensiero, altrimenti diventiamo tutti come Putin ad impedire il pensiero degli altri e quindi è sempre utile ascoltare anche i commenti più diversi.

Diventa però allora cosa aberrante – per esempio – chiedere le dimissioni del sen. Petrocelli (5 Stelle) da presidente della Commissione Esteri del Senato solo perché sul tema specifico dell’Ucraina ha un parere diverso dal governo, visto che finora la Costituzione ha sempre ribadito il concetto che un parlamentare esercita il proprio ruolo senza vincolo di mandato (ovvero può ragionare di testa sua).

Vorrei avere il tempo e lo spazio di proporre ai lettori in rapida successione i titoli di prima pagina del “Corriere della Sera” di aprile, giorno dopo giorno: leggeteli uno dopo l’altro e rimarrete stupiti di come interpreta i fatti in maniera assolutamente monocorde il maggior (e una volta più autorevole) quotidiano italiano.

 

DOCUMENTI: LEGGETE LIMES !

Si parla tanto di guerra, ma se volete conoscere meglio i fatti della storia leggete il numero monografico di LIMES “La fine della pace” uscito alcuni giorni fa.

Una raccolta di opinioni diverse molto documentate ed attente, utili per chi voglia veramente saperne di più.

 

BUONA SETTIMANA A TUTTI                                                             MARCO ZACCHERA

 

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