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LE ROTTE DEL CLIMA

 

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Prende il via il primo progetto di ricerca e advocacy per lo studio degli effetti delle crisi climatiche sulle migrazioni e per il riconoscimento giuridico dello status di migrante ambientale.

 

 

Milano, 14 febbraio 2023 | È stato ufficialmente presentato oggi presso la Triennale di Milano il progetto le “Rotte del clima”, la prima iniziativa italiana volta a stimolare la comprensione e la consapevolezza della complessità del fenomeno delle migrazioni connesse alla crisi ecologica e climatica, al fine di attivare, dal basso, una tutela legale e sociale effettiva, attraverso il coinvolgimento attivo dei migranti stessi,

 

Un fenomeno già in atto

I dati ufficiali ci dicono che, nel mondo, si spostano ogni anno milioni di migranti per ragioni ambientali e climatiche. Le Nazioni Unite considerano possibile, per le sole cause ambientali, l’esodo di 200 milioni di persone entro il 2050.

L’ultimo rapporto annuale dell’IDMC fotografa la seguente situazione: nel 2020, 30,7 milioni di nuovi sfollamenti sono stati causati da disastri in 145 paesi e territori.

Eppure, ad oggi, non esiste una definizione condivisa di migrante climatico e/o ambientale.

Il progetto intende dar vita a questi numeri e costruire, intorno a essi, nuovi strumenti e nuove strategie di tutela umanitaria: a tal fine, agirà, innanzitutto, per alimentare la consapevolezza (da parte degli operatori e dei migranti stessi) della condizione dei migranti ambientali e climatici, delle reali e più profonde ragioni per cui sono costretti ad abbandonare la propria terra e dei diritti connessi a questa condizione.

 

La rete di partenariato

Il progetto ha, accanto al soggetto promotore Centro Studi Systasis, i partner We World, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, HRIC, ASGI, A Sud Onlus, Teatro Utile il viaggio, il Research Unit on Everyday Bioethics and Ethics of Science  (RUEBES) dell’Università di Firenze, oltre che molti centri di accoglienza per migranti, in tutta Italia.

«L’unicità di questo progetto sta in tre fattori», commenta Veronica Dini, presidente Systasis e promotrice del progetto. «Da un lato mette in relazione due crisi attuali, concrete ed estremamente impattanti, che oggi tendono ancora a essere lette in modo disgiunto: la crisi climatica e le migrazioni, indagando come la prima influenzi le seconde. Dall’altro lato la ricerca è condotta partendo dal basso, dal vissuto delle persone, attraverso il coinvolgimento attivo dei centri di accoglienza e delle persone migranti, che spesso non hanno consapevolezza dell’esperienza che stanno vivendo. Infine, si tratta di  progetto di ricerca e azione il cui obiettivo è anche quello di avviare cause pilota – proprio a partire dai tribunali di Milano – per il riconoscimento dello status di migrante ambientale e climatico e l’attivazione di una tutela appropriata e necessaria».

 

All’incontro hanno partecipato Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, Veronica Dini, Presidente del Centro Studi Systasis e promotrice del progetto, Tommaso Sacchi, assessore alla cultura del Comune di Milano, Margherita Romanelli Coordinator of EU programmes and International Policies, Advocacy, Partnership and Evaluation di We World e Francesca Biondi Dal Monte, professoressa associata in Diritto Costituzionale presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; il talk è stato moderato da Sara Milanese, autrice a Radio Popolare.

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