Capitali del libro e della cultura/Sottosegretario Sgarbi: «Evitare impossibili competizioni. Attuali contraddizioni non sono un errore del ministero, ma un difetto della legge che va cambiata»
ROMA – A margine della proclamazione di Genova quale «Capitale italiana del libro 2023», avvenuta oggi al Mic, il Sottosegretario Sgarbi, d’intesa con il ministro della Cultura Sangiuliano, ha preannunciato la riforma dei criteri di selezione delle candidature; lo stesso andrà fatto per le capitali italiane della cultura.
«Comprensibile – spiega Sgarbi – la scelta della giuria nell’emergenza temporale che ha costretto a prendere atto delle candidature, che ritengo disparate e imparagonabili; non si possono, ad evidenza, mettere a confronto Firenze e Lugo di Romagna, Genova e San Quirico d’Orcia.
Condivido con il ministro Sangiuliano e il presidente della giuria Francesco Perfetti le perplessità sui criteri di selezione delle candidature. Ricordo, per esempio, che per le capitali italiane della cultura in passato sono state contrapposte, con risultati sorprendenti, Comacchio e Palermo, Procida e Bari, conducendo a vittorie talvolta contrastanti: un errore da correggere e non ripetere.
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D’intesa con il ministro – aggiunge Sgarbi – ho proposto d’istituire quattro premi per le capitali del libro, suddivisi per fasce di abitanti, garantendo le grandi città sopra i 200 mila abitanti e tutelando le citta tra i 50 e i 100, e quelle talvolta particolarmente vocate tra i 10 e i 50 e i 5 e i 10.
È evidente – sottolinea Sgarbi – che citta come Lugo o San Quirico d’Orcia trarrebbero beneficio da un montepremi tra i 50 e i 100 mila euro, consentendo un’articolazione siffatta: prima fascia 500 mila euro, seconda fascia 200 mila euro, terza 100 mila, quarta 50.
Le capitali del libro – conclude il Sottosegretario Sgarbi – non possono entrare in competizione vera con realtà cosi disparate. Non si tratta di un errore del ministero, ma un difetto di origine della legge che va quindi cambiata»
