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A questo link trovate foto e video degli ingegneri della missione di Pro Terra Sancta:

https://www.dropbox.com/sh/rwqfgs96pju01eo/AABBHylwQu1YRp7RDVM7r7rza?dl=0

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TERREMOTO SIRIA. PRO TERRA SANCTA: Aleppo, difficile la ricostruzione in tempi brevi. Alto rischio di epidemie.

A ormai un mese e mezzo dal terremoto del 6 febbraio che ha devastato Turchia e Siria e in prossimità del
12mo anniversario della guerra in Siria, la situazione rimane critica. Ad Aleppo sono ancora centinaia gli edifici
ad alto rischio di collasso, soprattutto perché continuano a manifestarsi scosse minori di assestamento che
rendono la condizione delle abitazioni ancora più precaria. “Da un primo sopralluogo e dai dati rilevati dalle
autorità locali la stima è di 400 edifici crollati e di almeno 5.300 edifici da verificare, che dovranno essere
o demoliti o ristrutturati in maniera importante” dichiara Diego de Gregori, uno degli ingegneri italiani
inviati dall’ Associazione Pro Terra Sancta ad Aleppo. “Molti edifici – continua de Gregori – erano
danneggiati dalla guerra e riparati in malo modo, ma abbiamo anche rilevato palazzi costruiti in origine
senza le adeguate misure antisismiche”. Secondo un altro degli ingegneri inviati da Pro Terra Sancta, Bruno
Donno “per la ricostruzione potrebbero volerci decenni. Con l’impegno di tutti – aiuti internazionali,
popolazione ed enti locali – i tempi potrebbero ridursi, ma al momento vediamo molti ostacoli”. Purtroppo,
le sanzioni che limitano l’arrivo di materiali e la mancanza di maestranze specializzate rendono impossibile
l’avvio e la realizzazione dei lavori in tempi brevi.

Nel frattempo, sale il rischio di epidemie portate dai roditori che sono attratti dai cadaveri abbandonati
sotto le macerie. Si rischia una vera e propria invasione incontrollata dato che le tubature e alcuni palazzi
sono già invasi.

“Siamo ritornati a vivere nella nostra casa. Non siamo sicuri che sia agibile, però non sappiamo dove
andare. Gli aiuti internazionali qui non arrivano. C’è chi ha portato dei piccoli prefabbricati per fare qualche
foto e dopo pochi giorni li hanno portati via”. Lo dichiara Fadia, una ragazza siriana di ventidue anni con un
grande talento per lo studio. Assieme alla sua famiglia è arrivata a Latakia da Aleppo alcuni anni fa. Ha
dovuto lasciare la sua città quando era presa d’assedio e le bombe cadevano a grappoli sui palazzi nel
quartiere dove abitava. Grazie all’aiuto di alcuni amici è riuscita a procurarsi i mezzi per fuggire e ritrovarsi
salva. Con il supporto di Pro Terra Sancta che da anni segue diversi progetti di aiuto alla popolazione
siriana, ha potuto trovare una casa per sé e la sua famiglia (il fratellino, la mamma e la nonna). Oggi studia
marketing e management alla facoltà di economia a Latakia. Casa sua si trova in una zona colpita dal
terremoto, e anche se hanno paura continuano a viverci dentro. All’inizio della guerra in Siria aveva solo
tredici anni. “Ricordo quei giorni con grande paura, temevamo di dover fuggire e quando gli scontri si
avvicinavano ogni giorno di più al nostro quartiere, siamo scappati”. Si interrompe, c’è un rumore di
sottofondo che dà un po’ di fastidio: “sono i topi che girano per le tubature. Stanno sbucando ovunque e
abbiamo paura di nuove malattie”. Le farmacie stanno finendo le medicine e l’emergenza sanitaria sta
diventando un pericolo concreto. Riprende a raccontare. “Sogno di finire i miei studi universitari, per potere
servire la gente e il mio paese”. Fadia è tra i pochi giovani a voler restare. “Non potrei mai lasciare la mia
famiglia. Mia nonna ha diversi problemi mentali dopo quello che ha vissuto, e mia madre è da sola”. Fadia si
commuove un po’ quando pensa al padre, che ha lasciato la famiglia ormai qualche mese fa. “Nessuno sa
dove sia andato, probabilmente è fuggito perché non riusciva più a sopportare la situazione. Non lo odio
per questo, ma questa è la condizione che devo affrontare e cerco di farlo con la massima determinazione”.
Studiare, laurearsi e provare a cercare un’opportunità in questo disastro. Grazie agli aiuti di Pro Terra
Sancta può pagarsi gli studi e avere un pacco alimentare alla settimana. Anche il fratellino più piccolo che fa
le scuole medie può continuare a studiare e a vivere. “Quando abbiamo sentito il terremoto siamo scappati
subito di casa. Eravamo spaventati. Ho preso mio fratello in braccio e con un po’ di fatica, perché dovevamo
aiutare la nonna che non cammina più bene (e abitano al quarto piano ndr) Siamo subito andati nel centro
di accoglienza che era vicino al dei francescani”. Fadia e la sua famiglia sono rimasti fuori qualche giorno.
Anche se la paura di tornare era grande, non avevano molte alternative. “Qui non sono arrivati gli ingegneri
incaricati dalle autorità che si sono mossi solo in alcune zone, per capire se le case sono tornate a essere
agibili o meno. Stiamo qui, e aspettiamo che qualcuno ci ascolti”. La situazione pian piano è tornata alla
normalità. Se così possiamo chiamare normalità dentro una guerra che dura da dodici anni. Fadia non
molla, e spera di continuare a studiare. Di laurearsi e iniziare a lavorare per aiutare la sua famiglia. E di non
lasciare il suo paese. Ma in queste condizioni è veramente difficile.

L’Associazione Pro Terra Sancta continua l’accoglienza di circa 4.000 persone e la distribuzione di circa
6.000 pasti al giorno. Pochi sono tornati nelle proprie case poiché regnano paura e confusione alimentate
da fake news. Qualche giorno fa per esempio si è diffuso l’avviso di una scossa di magnitudo 10 che ha fatto
tornare le persone nelle strade. Gli aiuti sono pochi, e ostacolati sia ad Aleppo che a Latakia e la
distribuzione non è ben strutturata, con il rischio di spreco di risorse. Mancano le medicine e poche le
risorse per garantire adeguata assistenza sanitaria in alcune zone come Stamo ad esempio o Jableh, nei
pressi di Latakia.

 

In questa difficile emergenza che si ripete in continuazione, non si ferma la campagna di raccolta fondi
attivata da Pro Terra Sancta già dalle ore immediatamente successive al terremoto.

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