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Il capolavoro di Leonardo “Leda e il cigno” è stato ritrovato e non è mai andato perduto!

 

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FOTO Leda e  il cigno, Da Vinci, Wilton House

 

“Leda e il cigno”, una delle opere iconiche di Leonardo da Vinci, considerata perduta, è stata finalmente “trovata” a Wilton House, situata a Salisbury, ma attribuita all’autore sbagliato. Questa incredibile scoperta, che riscrive ancora una volta la storia dell’arte, è stata resa possibile grazie al lavoro dell’esperta Annalisa Di Maria, svolto in collaborazione con la specialista Nathalie Popis e il professore emerito Jean-Charles Pomerol. I risultati del lavoro sono stati poi pubblicati sulla rivista Open Science, in un articolo intitolato “Leda et le cygne de Léonard de Vinci”.

Lo studio effettuato rivela che l’opera di casa Wilton era stata infatti erroneamente attribuita al pittore Cesare da Sesto, che realizzò una sua versione dell’opera, conservata alla Villa Borghese a Roma.

 

L’errore di attribuzione: Da Leonardo da Vinci a Cesare Da Sesto

 

L’opera di Leonardo, creata all’inizio del XVI secolo, fu acquistata da Francesco I e adornava la collezione di Fontainebleau. Tuttavia, nel 1627, era allora una proprietà appartenente a Thomas Howard, 14 ° conte di Arundel, soprannominato “The Collector Earl”. Una volta acquisito, il dipinto è stato catalogato negli archivi di Wilton House come opera del maestro. Lo attesta anche una copia realizzata da Luca Worsterman con la menzione “Leonardo da Vinci, Leda from Arundel Collection, 1627”.

Copia di Luca Worsterman

 

Questa disattribuzione a favore di Cesare da Sesto risale agli inizi del ‘900 a seguito di una mostra organizzata alla National Gallery dove era esposto il dipinto di Casa Wilton. Questo cambio d’autore fu causato dalla consultazione di un errato inventario della collezione reale di Fontainebleau risalente alla fine del XVII secolo, che indicava che il dipinto di Leonardo da Vinci era ancora nella collezione del Re e quindi non poteva essere il dipinto acquisita dal conte di Arundel nel 1627. Cassiano Del Pozzo, che fu l’ultimo a vedere l’opera del Maestro, nel 1625, descrisse il dipinto indicando la presenza di quattro fanciulli. Nell’inventario, però, era la Leda descritta dall’Abbé Dan, nel 1642, nel suo libro “Le Trésor des Merveilles de Fontainebleau” che era una copia della Leda di Leonardo con la particolarità di due figli che nacquero e non quattro come in l’opera descritta da Cassiano. La copia è stata quindi erroneamente indicata come originale.

 

Leda e il cigno: scienza, arte e filosofia

 

Come molte altre opere di Leonardo da Vinci, anche “Leda e il cigno” presenta tutti i tratti caratteristici dello stile leonardesco dove emergono le leggi pittoriche del suo trattato di pittura, in particolare una scienza della misura e delle proporzioni. La Leda di Leonardo, infatti, rispetta con incredibile precisione le proporzioni di Vitruvio, che tiene conto dell’inclinazione del corpo e della lunghezza del braccio. Il centro del dipinto è proprio al centro del corpo della ninfa (all’apice del pube come nell’uomo vitruviano).

Proporzioni corporee di Leda, sistema vitruviano

 

Per disegnare il volto finale della sua Leda, Leonardo prese in prestito i lineamenti del suo discepolo Salai per la sua bellezza androgina come fece nell’elaborazione del suo San Giovanni Battista. La scelta di questo modello maschile per rappresentare Leda, una donna, testimonia un grande simbolismo ereditato dall’antichità. L’androgino incarna questa dualità che evoca uno stato unificato che possiede virtù maschili e femminili. Il maestro ha così evidenziato il pensiero neoplatonico dove ogni essere umano possiede in sé le qualità dei due sessi opposti per raggiungere l’equilibrio e trovare la chiave della sua natura celeste.

 

 

Il simbolismo non manca nella pittura. Pur trattandosi di soggetto mitologico, una grande croce orna lo sfondo del dipinto, a livello architettonico, suggerendo un luogo di culto cristiano. Inoltre, la corona di fiori che circonda il collo del cigno simboleggia nel cristianesimo la risurrezione di Cristo e la vita eterna. Il canneto, situato dietro i personaggi, e che già compare negli studi preparatori, è considerata una pianta “sacra” che incarna la parola di Dio. Quest’opera rivela quindi il profondo desiderio di Leonardo di conciliare platonismo e cristianesimo, uno dei precetti del neoplatonismo.

 

Croce sullo sfondo

 

Leda e il cigno è un’opera di maestosa bellezza, un altro capolavoro di Leonardo da Vinci che ora si può ammirare con occhi nuovi. Questa straordinaria scoperta non sarebbe stata possibile senza uno studio meticoloso in cui si fondono scienza, filosofia e arte.

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