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Qualsiasi dizionario spiega che “Trans è l’abbreviazione di “transessuale”, un termine che indica la condizione di una persona che sente di non appartenere al sesso biologico con il quale è nato”. Nella pressoché totalità dei casi, il cosiddetto trans, è un uomo che grazie a bisturi e ormoni, assume le sembianze di una donna. Sembianze che non generano cambi di corredo genetici, ma solo chimeriche illusioni. Per un fatto di cronaca, a Milano nei giorni scorsi un trans è finito sulle prime pagine. La cosa buffa, è che la totalità dei media ha definito il trans, donna. “Donna” davvero speciale considerato che per metterla in sicurezza, dopo avere mostrato i gioielli di famiglia (quali poi visto la teoretica assenza di attributi maschili) ai bambini di una scuola, di aver aggredito un addetto alle pulizie di un parco e di essere riuscita a fuggire dall’ambulanza dopo aver colpito un agente con un calcio allo sterno e un altro agli arti inferiori, hanno dovuto intervenire ben quattro (veri) uomini. Viviamo tempi strambi, dove a dispetto della scientificità cromosomica della natura umana, l’ideologia di chi si illude ad essere l’Onnipotente demiurgo di sé stessi, vede il sesso che esiste virtualmente nel metaverso generato dalle grottesche lenti dell’utopistica ideologia gender fluid. Genere fluido che nell’ottica dei mutanti, varia a seconda della qualità della dormita notturna o della pennichella pomeridiana.

Gianni Toffali

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