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Iran: False accuse contro Maryam Akbari: aggiunti altri due anni di detenzione per prolungare l’incarcerazione

Arrestata nel 2009, negli ultimi 14 anni non le è stato concesso un solo giorno libero per le cure

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– Invito all’Alto Commissario, al Consiglio per i diritti umani e alle autorità competenti in materia di diritti umani a intraprendere azioni immediate per il rilascio di Maryam Akbari.

Il regime disumano guidato dai mullah sta sistematicamente ostacolando il rilascio di Maryam Akbari Monfared, che si sta avvicinando alla fine della sua condanna a 15 anni.

Maryam Akbari, prigioniera politica detenuta dal 2009, ha visto la sua condanna a 15 anni prolungata di altri due anni, insieme a una multa di 150 milioni di rial, come parte di una nuova sentenza in absentia emessa dalla sezione 101 della Corte penale di Semnan. È sconcertante che durante tutti i 14 anni di detenzione non le sia stato concesso un solo giorno di permesso per cure mediche, come già affermato nella dichiarazione dell’NCRI del 27 agosto 2022.

I fratelli  e la sorella di Maryam Akbari sono già stati vittime della brutalità del regime di Khamenei. Suo fratello, Alireza Akbari, è stato torturato a morte nell’agosto 1981, mentre l’altro fratello, Gholamreza Akbari, è stato giustiziato nel 1985. Inoltre, sua sorella Roqieh e suo fratello Abdolreza hanno conosciuto il loro tragico destino durante il massacro dei prigionieri politici del 1988.

La stessa Maryam Akbari è stata arrestata durante la rivolta del 2009 a Teheran e successivamente condannata a 15 anni di carcere da un cosiddetto tribunale di regime guidato dal giudice penale Abolqasem Salavati per “Moharebeh attraverso l’appartenenza all’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (PMOI)”. Attualmente, al quattordicesimo anno di detenzione, deve affrontare ulteriori accuse di ricerca di giustizia, divulgazione e presentazione di una denuncia nel 2016, in particolare per l’esecuzione di Roqieh e Abdolreza Akbari. Inoltre, nel 2020 è stata esiliata coattivamente nella prigione di Semnan.

Il Ministero dell’Intelligence (MOIS) ha avviato due nuovi procedimenti contro Maryam Akbari nel tentativo di impedirne il rilascio. Uno la accusa di “propaganda contro il regime”, mentre l’altro di “insulti alla Guida Suprema (Khamenei), incitamento alla rivolta, diffusione di falsità e disturbo dell’opinione pubblica, incitamento contro la sicurezza nazionale”.

Il 24 agosto 2022, durante una giornata di visite, il vice direttore del carcere di Semnan, con una mossa insolita, ha tentato di impedire a Maryam Akbari di incontrare la figlia con il pretesto di non indossare il velo e l’ha riportata in prigione. Quando la sua famiglia ha protestato vigorosamente, alla fine è stato permesso loro di incontrarsi. Successivamente, gli agenti criminali del regime hanno aperto un nuovo caso contro di lei, accusandola di aver causato disordini e di aver turbato l’ordine carcerario.

La Resistenza iraniana invita ancora una volta l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, il Consiglio per i diritti umani e gli altri difensori dei diritti umani a condannare con fermezza il trattamento disumano dei prigionieri politici da parte del regime dei mullah e a intervenire con urgenza per il rilascio di Maryam Akbari.

 

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

 

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