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Uccisione dell’orso a San Benedetto dei Marsi/ Sgarbi: «Atto vile»

 

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ROMA – «L’uccisione dell’orso a San Benedetto dei Marsi, in Abruzzo, è un atto vile, una sconfitta per l’uomo che invece di trovare soluzioni che garantiscano una convivenza, ricorre al più brutale degli espedienti, contro la vita, contro la natura.

Scriveva lo scrittore Ernest Hemingway: “C’è qualcosa di nobile in questa grossa bestia, qualcosa che fa pensare ad un barlume di sentimento umano, sparare ad un orso è come sparare ad un fratello”.

 

Lo afferma il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi commentando l’uccisione, da parte di un allevatore di San Benedetto dei Marsi, dell’orsa conosciuta con il nome di “Amarena” nel Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. L’animale, tra l’altro, aveva due cuccioli.

 

«Gli orsi ritenuti pericolosi (e non era questo il caso) – aggiunge il Sottosegretario – vanno contenuti in aree controllate, ma in nessun caso possiamo prospettare come soluzione al problema il loro abbattimento attraverso quella che sarebbe una sorta di “esecuzione legale”. Il gesto di questo allevatore va condannato fermamente, e i rappresentanti dello Stato devono essere prudenti nel lanciare messaggi che possono incoraggiare, indirettamente, simili azioni»

 

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