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“Gli uomini devono fare mea culpa, anche chi non ha mai fatto nulla, anche chi non ha mai torto un capello. Finché non si renderanno conto del privilegio che hanno in questa società non andremo da nessuna parte”. Così si è espressa la neo telepredicatrice Elena Cecchettin dopo la scoperta dell’uccisione della sorella Giulia. Generalmente la dolorosissima elaborazione del lutto, si caratterizza per i sentimenti di tristezza, rabbia, colpa, senso di vuoto e mutismo. Rimane dunque un mistero, donde la lucida favella di una ragazza che invece di pregare in silenzio Dio per l’anima della sorella, ha battuto il record mondiale di interviste televisive? E’ umano nel picco massimo della sofferenza, mettere in secondo piano Giulia e contemporaneamente, strumentalizzarne la morte per gridare al mondo la personale misandria verso il genere maschile? Ed è umano, approfittare dei media per imporre agli uomini di chiedere scusa anche per ciò che non hanno fatto? La verità è che Il femminismo, nel suo delirio di evirazione del maschio e di mascolinizzazione della femmina, è uno dei peggiori veleni ideologici prodotti dalla modernità. Per converso, sul versante maschile, non è che vada tutto bene. Il pensiero unico veicolato da certi media mainstream, ha purtroppo sfornato generazioni di maschietti fluidi, sottomessi, conformisti, viziosi, capricciosi e codardi. Gli stessi vili che poi ammazzano le donne. La sola soluzione per uscire dalla piaga della violenza tra sessi, non è certo la rottamazione del maschio e del patriarcato. L’accompagnamento dei giovani maschi a diventare leali, coraggiosi, responsabili, onesti, rispettosi e soprattutto casti verso le donne, è l’unica via per respingere l’ideologia dominante del femminismo che tutto vuole tranne che il vero amore per la famiglia e il miracolo della vita.
Gianni Toffali

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