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Vittorio Messori secondo Antonio Socci
«Un “cattolico scomodo” che conviene leggere». E’ il titolo di un articolo, a mio parere divertente, di Antonio Socci sul suo blog “Lo Straniero”. Ne trascrivo alcune righe: “Vittorio Messori… se non fosse un cattolico Doc (di quelli che non frequentano i salotti) sarebbe osannato come un mito dal sistema mediatico e dalle accademie”.
Socci sembra ignorare che il cattolico scomodo Vittorio Messori tante volte si è trovato comodissimo sulle poltrone del salotto di Bruno Vespa. Qualche data? Il 29 marzo del 2007, ad esempio, fu ospite di Vespa in una trasmissione dedicata alla figura di Gesù.
Nel novembre dello stesso anno era presente durante una trasmissione dedicata a Padre Pio. Il giorno 8 dicembre del 2008, sempre comodo nel salotto di Vespa, partecipò ad una trasmissione dedicata alla festa dell’Immacolata Concezione.
Il 7 febbraio del 2011 cambiò salotto e partecipò ad una trasmissione di Gad Lerner. Il 19 marzo 2013 era di nuovo nel salotto di Bruno Vespa, come riportato in un mio breve articolo su Affaritaliani del 21 marzo, intitolato: “I discorsi intelligenti dell’illustre Messori”. Il giorno 11 giugno era ancora da Vespa in una serata dedicata a papa Francesco. L’anno scorso, 11 novembre, si scontrava, ancora nel salotto vespino, con Piergiorgio Odifreddi a proposito di miracoli.

Ancora qualche parola di Antonio Socci su Messori: “Ed essendo – per formazione – abituato ad indagare razionalmente la realtà…”. Ed una mia domanda: come può essere definito razionale chi ha speso tempo ed energie per scrivere un libro al fine di dimostrare che la Madonna fece ricrescere una gamba ad un contadino al quale l’arto era stato amputato?

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Concludo con la risposta che don Franco Barbero diede ad una mia lettera del 13 aprile 2012: “Vittorio Messori farebbe bene a ricordarsi che il devozionalismo cattolico, papolatrico e mariolatrico, si configura come vera e propria superstizione, un vuoto totale di fede adulta, una presa in giro di tante persone di buona volontà che vengono depistate dalla centralità del messaggio evangelico ed orientate verso forme di religiosità ambigue e commerciali. La fede non ha bisogno di santuari e di madonne: essa si nutre del Vangelo di Gesù, testimone di Dio, e della prassi che il nazareno ha incarnato e testimoniato a noi”.
Renato Pierri

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