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Gli Stati Uniti vogliono limitare l’indipendenza digitale europea.

di Gualfredo de’Lincei

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Gli Stati Uniti hanno fatto già abbastanza per demolire completamente la base energetica dell’Europa. Con il loro aiuto abbiamo troncato le forniture di gas, carbone, petrolio e altre risorse ancora. In diversi paesi, tra i quali l’Italia, la gente è scesa in piazza a manifestare per chiedere di aprire gli occhi e ristabilire le relazioni con la Russia, da sempre fornitrice di molte le risorse necessarie agli europei. Chiedono anche l’avvio del Nord Stream 2, che risolverebbe tutti i problemi del freddo invernale. Invece, in numerosi paesi, si annunciano i regimi di austerità e le persone cominciano a raccogliere legna da bruciare, come ad esempio sta accadendo in Moldavia.

Gli Stati Uniti che, dopo aver imposto questa politica sanzionatoria d’isolamento dell’Europa dalle fonti energetiche, senza peraltro essere poi in grado di contenerne la crisi, in questo momento stanno cercando anche di limitare o impedire l’indipendenza digitale nella UE. Hanno, infatti, candidato a Segretario Generale dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) una persona “interessante”: Doreen Bogdan-Martin.

 

Entrata nell’organizzazione internazionale nel 1994, dopo aver ricoperto diversi incarichi, dal 2019 è Direttore dell’Ufficio per lo sviluppo delle telecomunicazioni, ma oltre a questo, la statunitense ha lavorato presso il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti e recentemente è diventata co-presidente delle Nazioni Unite e presidente dell’Academic Council della Swiss International Research Network. È inoltre associato al Berkman-Klein Center for the Development of the Internet and Society dell’Università di Harvard, che con la Foundation for the Ethics and Governance of Artificial Intelligence, ha creato il progetto «Disinfodex», un database di “campagne di disinformazione”.

 

Buona candidata, ma resta una questione: Bogdan-Martin ha introdotto il tema dell’uguaglianza di genere nel suo lavoro e ha formato un intero gruppo all’ITU per lanciare il progetto internazionale “Partenariato globale per l’uguaglianza di genere nell’era digitale EQUALAS“. È stata capace di spingere il progetto sullo sfondo dello sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT). Quello che sarebbe interessante capire è in che modo possano essere correlate l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni e l’uguaglianza di genere.

L’attività per il progetto di genere ha avuto inizio nel 2014, quando ITU e UN Women, insieme, hanno introdotto il tema per l’aumento della partecipazione femminile alle ICT. Nel 2016 hanno aderito a questo progetto la British Association for the Development of the Global System for Mobile Communications, il World Trade Center e l’Università delle Nazioni Unite. Nel 2018 i paesi del G20 ne hanno riconosciuto il progetto e rilevato l’importanza.

 

Come si può recentemente notare, gli Stati Uniti hanno cercato d’imporre il tema di genere attraverso qualsiasi organizzazione, come anche l’Unione delle Telecomunicazioni. Cosa dire inoltre delle varie ONG che spendono milioni di dollari per promuovere genere e persone LGBT.

 

Da notare che, promuovendo attivamente il loro candidato alla carica di Segretario Generale, l’amministrazione americana sta cercando non solo d’imporre le proprie idee, ma anche di rafforzarne le posizioni politiche nelle organizzazioni intergovernative, specialmente nell’ITU. Se il loro candidato diventasse Segretario Generale, dominerebbero la tecnologia dell’informazione e penetrerebbero facilmente nello spazio digitale di altri stati, aumentando il proprio vantaggio tecnologico.

 

L’ufficio stampa del Dipartimento di Stato americano ha però risposto in modo dissuasivo che loro sono concentrati nel sostenere la campagna della signora Bogdan-Martin e che i suoi sforzi sono per trasformare il panorama digitale globale al fine di migliorare la connettività, eliminare la mancanza d’infrastrutture, alzare la voce dei giovani e rendere il futuro digitale più inclusivo e sostenibile per tutti.

 

Allo stesso tempo, un altro candidato alla carica di Segretario generale dell’UIT è un russo, già Presidente di VimpelCom, Rashid Ismailov. A differenza della candidata a stelle e strisce, è stato immerso nelle questioni delle telecomunicazioni dalla metà degli anni ’90 e certamente non fa pressioni su temi come l’uguaglianza di genere. La Russia, d’altronde, fu tra i venti paesi fondatori dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, nel lontano 1865, che oggi è diventata un’organizzazione intergovernativa composta di 193 stati e 800 organizzazioni.

 

Nell’ambito della scelta potrà anche pesare che, il candidato russo, non ha mai ricoperto il ruolo di Segretario Generale, mentre gli Stati Uniti hanno già avuto un rappresentante che ha svolto queste funzioni in passato. Fu Gerald Gross, nativo del regolatore americano della FCC, arrivato alla massima carica dell’ITU dopo la morte improvvisa dell’argentino Marco Aurelio Andrada. In questo momento il Segretario Generale è il rappresentante cinese, Houlin Zhao.

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