Advertisement

OSMOSI

Advertisement

Nel carme a Roma presente nel poema De reditu suo il poeta e politico romano Claudio Rutilio Namaziano (V sec. d. C.) sembra voler ripercorrere Orazio, la grandezza e immortalità di Roma del Carmen saeculare, mentre Roma già appare non più domina nel dramma della distruzione operata dalle orde dei barbari. “Vastata est Italia barbarorum incursionibus” annuncia Salviano, autore latino pure del V secolo, e si chiede, dopo quanto è successo dal II al V secolo con scorrerie e devastazioni di popolazioni nomadi divenute poi stanziali nel territorio dell’impero romano, dove sia l’antica potenza, la dignità del popolo romano, se è ormai rinunciatario della libertà, se lascia ai barbari le armi e paga loro le imposte.  Già lo storico e militare romano Ammiano Marcellino aveva nel precedente secolo offerto la rappresentazione di una società dominata da gravi problemi nei rapporti sociali anche per un’economia ai limiti della sussistenza, caratterizzata inoltre da impulsi irrazionali, da violenza e ferocia, da malafede e tradimenti, da agguati, delazioni e torture. Lungo il percorso perché si potesse giungere ad altre memorie, ad essere insieme, invasori e invasi, una nuova civiltà diversa, quella che fu frutto di osmosi.                                                                                                                                Il Völkerwanderung, ovvero la migrazione dei popoli, da remote ere presente, è fenomeno che continua a ripetersi, e giammai avviene indolore. Talora è causata da costrizione dovuta -diciamo- ad affarismo produttivo come accadde in America sin dal 1619 con quei 20 debitori portati dall’Africa e venduti come lavoratori. Non vennero considerati schiavi, tornarono liberi dopo aver pagato il debito. E’, invece, proprio la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti (4 luglio 1876) a sancire la schiavitù legittimando la proprietà degli esseri umani, e ciò in base alla presunta superiorità della razza bianca. Dovrà trascorrere un tempo lungo con numerosi fatti anche drammatici perché nel 1963 Jhon Fitzgerald Kennedy chieda al Congresso di emanare leggi contro ogni forma di discriminazione. Ma non finirà, ancora decenni di ghettizzazione che porteranno ai Movimenti dei figli dell’Islam, a Malcom X con la sua Organizzazione dell’Unità Africana. L’ostilità nei confronti delle Istituzioni e del Governo, quando non si trova una valida alternativa alla violenza, che è poi porre in atto i principi di giustizia ed eguaglianza, diventa l’unica via per raggiungere quanto viene ritenuto giusto. E’ quel che continua ad accadere in tante altre parti del globo anche ai nostri giorni.                                                                                                                                     Nel presente tempo, mentre proseguono le guerre, frutto sempre di irrazionalità, e con esse gli inevitabili effetti negativi non solo per coloro che al momento direttamente le combattono, salgono alla ribalta e calano poi nell’ombra personaggi che possono pure contribuire a destabilizzare creando situazioni ancor più difficili da gestire. Che fine ha fatto, a esempio, Prigozhin, responsabile della Wagner, della quale neppure si ha conoscenza certa? A Prigozhin, secondo quanto viene mostrato, non mancava il lusso, e ora, a quel che trapela, se ne va in giro per il mondo con travestimenti che lo rendono irriconoscibile. Frattanto Putin, dopo la interrotta marcia su Mosca della Wagner, è più forte o men forte? Rompicapo per la folla di opinionisti di ogni nazionalità, mentre si spegne la voce sulla missione del cardinale Matteo Zuppi perché si aprano percorsi che dovrebbero maggiormente interessare per il raggiungimento della pace. E gli Usa, cui non mancano problemi interni, sono intanto pronti a inviare in Ucraina armi ancor più potenti, ed è sempre assillante per la Cina il problema di Taiwan, mentre sono all’interno presenti situazioni problematiche anche per una gioventù pure lì ribelle. Sembra quasi che da più parti si pensi: Cui prodest pax?                                                                         Völkerwanderung intanto soprattutto da quel continente, l’Africa, dove per secoli si sono impinguati gli Stati colonizzatori (appena una comparsa l’Italia rimettendoci molto), così poco interessati a creare positive condizioni di vita ai figli di quella terra. Dissennati inoltre per aver anche ingenerato disordini politici, dissesti sociali ed economici in quelle genti, le quali si riversano poi in Occidente (ne sa qualcosa l’Italia), pronte alla violenza, forti anche di un credo divenuto arma e giustificazione. Come è avvenuto la scorsa settimana in Francia, in preda a disordini e saccheggi dopo l’uccisione a Nanterre, da parte di un poliziotto, del diciassettenne Nahel Merzouk di etnia franco-algerina, che cercava di eludere un controllo stradale perché minorenne non ancora in possesso di patente. Faceva parte di quella jeunesse enragé (gioventù infuriata) che va in moschea ma non disdegna rap e motociclismo, la quale, stando per l’una parte e per l’altra, in definitiva non starebbe bene in Africa come non sta bene in Occidente, in Francia e in altri Stati, dove la società vive ormai fra terrorismo islamista e crisi economica e sociale, dove l’assimilazionismo sembra essere forzato (in Francia sono banditi l’hijab, il djellaba e altro di tradizione maghrebina), decretando quindi il fallimento del multiculturalismo. Gli abitanti delle banlieues (periferie) devastano il centro della capitale e delle altre città spinti da odio verso i ricchi e gli agiati. Un odio atavico perché la Francia è fra gli Stati europei quello con la maggiore popolazione della diaspora africana, quindi già con diverse generazioni, nonni padri nipoti che si sono assimilati solo sotto determinati aspetti, vale a dire di certi beni materiali comuni dei quali nessuno ritiene ormai di potere fare a meno. Non è, di certo, osmosi culturale, come quella che si verificò fra Roma e gli invasori (tempi diversi e Odino non era Allah), né sappiamo se potrà in futuro avvenire nella resistenza di un pensiero che non si abbandona perché è quello che dà forza e unità.                                                                                                                                   Dalla furia devastatrice dei barbari sarebbero venuti poi i regni romano-barbarici nei quali non mancò l’assimilazione culturale attraverso il contatto con le popolazioni ritenute di superiore cultura, con il ruolo assunto dai vescovi. Lungo tempo per nuovi assetti, per forme diverse di civiltà che rendono interessante anche l’Alto Medioevo e aprono a quanto si sarebbe successivamente verificato nel Basso Medioevo, nei secoli poi della Rinascita.                                                                                                                                Quale futuro possiamo immaginare noi per le generazioni che verranno, se si avrà almeno la saggezza di non pigiare il terribile tasto nucleare? Viviamo lo scontro delle civiltà, e a mostrare cedimenti è proprio la nostra civiltà, quella dell’Occidente, l’altra delle genti dell’Africa, nonostante le devianze comuni con le generazioni occidentali, appare salda nel suo credo, nella difesa di esso.                                                                Quale futuro? Le supposizioni non sono certezze, ciò che ancora non è può essere solo congettura immaginativa. Non vogliamo, però, mettere alla porta la speranza, ricordiamo pertanto Sant’Agostino: “Qualsiasi evento storico, per quanto nefasto potrà essere, è sempre posto su una via che porta al positivo, ha sempre un significato costruttivo.”  E il berbero Agostino di Ippona visse tra il IV e il V secolo d. C., un tempo non certo facile.

Antonietta Benagiano

Advertisement
Articolo precedenteL’attrice campana Raffaella di Caprio tra cinema, tv e moda
Articolo successivo Notizie simpatiche e notizie antipatiche

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui