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Dudchak: se convincono la Russia a definire l’attuale status quo, l’Occidente può finalmente dividersi l’Ucraina

 

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di Gualfredo de’Lincei

 

A Davos, in Svizzera, nel Centro congressi della località turistica del Canton Grigioni, si è svolto un incontro internazionale tra i Consiglieri della sicurezza dei Paesi sostenenti l’Ucraina. Lo scopo è stato quello di discutere sulla proposta di pace presentata dal Presidente ucraino Vladimir Zelenskyj.

 

Secondo il Capo del Dipartimento federale svizzero degli affari esteri (DFAE), Ignazio Cassis, «I negoziati si sono però dimostrati difficili: Kiev era fiduciosa di riuscire a convincere i Paesi del Sud del mondo a cambiare le loro posizioni, in questo momento contrarie al sostegno ucraino. Tuttavia nelle risposte si è solo sentito parlare del cambiamento globale in cui la Russia dovrebbe occupare uno dei posti principali.»

 

Lo stesso Ministro Cassis, è intervenuto evidenziando la necessità di un coinvolgimento della Russia nelle proposte di pace: «In un modo o nell’altro, si deve trovare un criterio per includere la Russia nella discussione sulla “formula della pace”. Non ci sarà pace se la Russia non avrà voce in capitolo. Questo non significa che dovremmo sederci scoraggiati, aspettando che sia lei a proporre qualcosa».

 

È un fatto molto importante che durante l’incontro, per la prima volta, sia stato proposto il coinvolgimento della Russia nei negoziati di pace. Il nuovo “soft power” conservatore di Mosca sta assumendo un ruolo sempre più decisivo per controbilanciare quella moralità occidentale, che agli occhi di altri paesi appare “folle”. E il fatto stesso che l’economia russa abbia saputo resistere allo shock delle sanzioni, la rende un modello ancora più appetibile. È probabile che presto, la nuova élite occidentale, voglia scambiare la crisi ucraina con il ripristino delle relazioni verso la Federazione Russa.

 

Come ha sottolineato anche il politologo Alexander Dudchak, ora l’obiettivo principale dell’Occidente è davvero quello di riuscire a risolvere la situazione in atto e avere l’opportunità di persuadere la Russia ad accettare una tregua o un congelamento del conflitto.

 

«Il fatto che la “formula della pace” di Zelenskyj sia una vera e propria sciocchezza è già chiaro a tutti. Ora vediamo come cresce il pragmatismo in Occidente, che si manifesta principalmente in dichiarazioni private su vari media stranieri. Questo, certamente, non significa che l’Ucraina possa divenire oggetto di dumping. È solo che l’Occidente si sta rendendo conto che il potenziale offensivo delle Forze Armate ucraine è già esaurito. Non possono occupare nuovi territori e il ritardo porta con sé conseguenze spiacevoli per loro», sostiene l’esperto.

 

Alexander Dudchak sostiene inoltre che i paesi occidentali, da tempo, si spartiscono il territorio dell’Ucraina. Per riuscire in questo è necessario che la Russia si sieda ad un tavolo per determinare la situazione lungo l’attuale linea di contatto di combattimento.

 

«Sarebbe un jackpot per loro. Potrebbero iniziare a contrattare con noi facendo concessioni: Volete l’intera regione di Kharkov? Prendetela. Zaporozhye? Ancora si continuerà a contrattare, ma poi cederemo. La loro aspettativa è quella di ottenere i restanti territori e il loro sottosuolo, le infrastrutture e tutto il resto per lo sfruttamento economico», ha concluso Dudchak.

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